Dare un tema per il carro trionfale, su cui gli artisti devono cimentarsi ad interpretarlo per partecipare al concorso, significa chiedere ai concorrenti di sviluppare una catechesi per immagini. Indubbiamente, il destinatario della catechesi è chiunque poi lo osserva, ma perché questo lavoro sia utile è necessaria la guida di chi lo ha predisposto. La serata in cattedrale è stata un modo per far assaggiare tale tema alla cittadinanza. Invece in altri articoli abbiamo già proposto una intera guida alla lettura del carro trionfale.
Dopo la lettura del brano dei discepoli di Emmaus, il parroco della Cattedrale, don Angelo Gallitelli, con l’accompagnamento di qualche commento ancora in dialetto di Angelo R. Sarra, ha presentato alcune delle immagini del ciclo narrativo del carro trionfale. Alla fine della serata, sono state presentate le cartoline delle tavole commentate che l’Associazione Maria Santissima della Bruna ha predisposto in una fisarmonica disponibile, per chi volesse, presso la sede della stessa.
Nel video seguente alcuni momenti della serata.
Tradizioni di un tempo per il 2 luglio
Nel seguito della serata, spazio alle tradizioni materane del due luglio! Si metteva il vestito più bello: per le ragazze era stretto in vita e ai fianchi per esaltare il petto e si diceva che era a “filo di maccherone”. Era il giorno in cui le ragazze potevano mettersi in vetrina per possibili pretendenti, ingioiellate con la “sp’titch”, una sorta di spilla per fermare e abbellire i capelli, e con il tuppo o la treccia.
Si mangiava la “lasògn” quanto più possibile imbottita, cucinata nel “firn de cambognj”.
Poi, una novità per tutti, apprendere della cerimonia della consegna al presidente del comitato della Bruna “du buott du jross” (il vasetto del grasso, per ingrassare le ruote dello scheletro), segno che il carro era pronto.
Infine, Sarra ha proposto all’assemblea un’antica preghiera alla Madonna della Bruna in dialetto, appresa da sua madre e recitata, poi, all’unisono da tutta l’assemblea presente. L’auspicio del sig. Sarra che questa preghiera ritorni in uso a Matera, segno di un dialetto che, come ha poi puntualizzato il presidente dell’Associazione Maria Santissima della Bruna dott. Bruno Caiella, è segno distintivo di una comunità e – questo è inoltre il pensiero del nostro arcivescovo mons. Antonio G. Caiazzo – consente di rendere in modo particolarmente immediato concetti che in italiano richiedono giri di parole.
Come mostrano entrambi i video non sono mancati momenti con tamburello e fisarmonica in cui sono state suonate canzoni della tradizione popolare materana in cui è intervenuta, cantando, anche l’assemblea.
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