Forse nessuno ricorda che un tempo la Novena della Bruna si svolgeva in toni molto minori davanti all’altare della Bruna, mentre il quadro della Madonna dei Pastori che girava di parrocchia in parrocchia. Invece, è ormai tradizione che la novena veda la nostra Basilica Cattedrale gremirsi di popolo di Dio proveniente dalle diverse parrocchie della città e alle volte anche dai vicini centri della Diocesi e non solo.
Che aria di festa, per le strade del centro, popolate di fedeli che si appropinquano verso la chiesa-madre!
Buoni feed-back hanno espresso i fedeli sulle prime serate, un unicum di approfondimento della parola di Dio guidato dalla riflessione di Mons. Pasquale Cascio (licenza in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico). “Abbiamo concordato con il parroco della Cattedrale di non scegliere letture speciali dalla Parola di Dio perché non fossimo come chi va in oreficeria e dice: voglio quella perla, voglio quello smeraldo. No, abbiamo detto dobbiamo accogliere dal Signore quello che ci avrebbe voluto dare sera per sera”, sono le parole di Mons. Cascio.
Ecco che una sera, la Parola ci parlava di Giovanni Battista, la successiva della “figlia di Sion” e la terza dell’Arca dell’Alleanza. “Che dio-incidenza!”, avrebbe detto qualcuno.
Ma quale il senso di una novena?
Verrà “qualcuno da fuori a predicare”, dice qualcuno. Oppure per i motivi personali più vari, più o meno validi. “Per tradizione – ci fa riflettere Mons. Pasquale Cascio introducendo la prima delle tre riflessioni che ha guidato –: ogni anno, così come si prepara il carro, c’è anche la novena. Oppure, per affetto filiale verso Maria, continua Cascio; o anche per un motivo molto più intimo: il bisogno di lasciarci istruire dal Signore che ci parla. E con questa Parola egli ci porta nel cuore del mistero in cui Maria Santissima svolge un servizio centrale. E quando entriamo nel mistero diveniamo creature nuove”.
Lunedì 24 giugno: con Maria, “Mater Divinæ Gratiæ”, e Giovanni
Molto bello e coinvolgente il parallelo tra Maria e Giovanni Battista nella liturgia del 24 giugno, solennità della nascita di S. Giovanni, figura – tra l’altro – fortemente legata al mistero della Visitazione.
Di entrambi la Chiesa festeggia la nascita (addirittura per Maria il concepimento, l’8 dicembre. E questo ci serve per ripensare al senso della nostra vocazione che inizia nel momento in cui veniamo concepiti).
Non di meno il legame della grazia tra Giovanni, il cui nome vuol dire “Dio è Grazia”, e Maria, la “piena di Grazia, karitomene”… e noi, “scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati nell’amore” (Ef 1,4). Inoltre, entrambi – Giovanni e Maria – sono chiamati ad annunciare “la grazia di Dio che torna con ansia ad essere amico dell’umanità”, ad “indirizzare parole precise” – sono le parole di Cascio – che stimolano alla conversione l’uomo del loro tempo (“Convertitevi”, “Fate ciò che egli vi dirà”). Entrambi sono “freccia appuntita, nascosti all’ombra della sua faretra” (cf 1^ lettura), pronti a scoccare al momento opportuno. Da qui anche a noi il monito, continua Cascio, di “non affrettare i tempi e non fare di testa nostra. […] Una freccia che esce fuori dal momento che non è suo magari cadrà senza colpire nessuno e sarà invece magari raccolto dal nemico!”.
E l’invocazione delle litanie lauretane che Mons. Cascio associa questa sera a Maria è “Mater Divinæ Gratiæ”, Maria è madre della Grazia Divina.
Di seguito, la registrazione integrale dell’omelia di questa seconda serata di novena (la prima predicata da Mons. Cascio) e i riferimenti alla liturgia della Parola del giorno (Is 49,1-6; Sal 138, Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda, At 13,22-26, Lc 1,57-66.80).
Martedì 25 giugno: con Maria, “Virgo Fidelis”
Ogni sera alcuni gruppi, associazioni e comunità parrocchiali animano la novena: guidano la preghiera del Rosario, leggono, servono all’altare. Martedì, assieme ad un altare gremito di clero e ministranti, spiccavano le pettorine rosse degli associati CISOM e le uniformi azzurre del Gruppo Scout Agesci Matera 2 e i loro alpenstock appoggiati alle colonne.
È la loro attenzione che Mons. Cascio ha spesso richiamato nell’omelia interpellandoli nella riflessione.
Come il cenno alla Visitazione nella serata precedente, nella Parola di Dio di stasera sembrava quasi voluto il riferimento a Maria “Figlia di Sion”, disprezzo e derisione per Sennàcherib, re di Assiria (1^ lettura). Maria è il popolo che rimane fedele al suo Dio, è colei che darà al mondo il vincitore e il salvatore, è la Chiesa quando rimane fedele. Ecco l’appellativo di “Virgo Fidelis” che per Mons. Cascio può sintetizzare la serata odierna.
Sennàcherib non rimane impunito. Di qui l’invito ai giovani – puri di cuore – in particolare, “ma per dirlo a tutti in generale” di non cedere alla tentazione illusoria di incarnare chi si prende gioco di Chiesa e Cristiani. Ma di rimanere fedeli alla Parola, che il Vangelo ci presente con l’immagine delle perle, sebbene alle volte possa essere difficile: ecco la metafora della “porta stretta” con cui prosegue il Vangelo, evidenzia Mons. Cascio, attraverso cui ci aiuta a passare Maria, “porta del Cielo”.
Di seguito l’omelia della seconda meditazione tenuta da Mons. Cascio e i riferimenti alla liturgia della Parola del giorno (2Re 19,9-11.14-21.31-35.36; Sal 47, Dio ha fondato la sua città per sempre; Mt 7,6.12-14).
Mercoledì 26 giugno: con Maria, “Fœderis Arca”
Un altro riferimento calzante a Maria nell’ultima serata, in cui la prima lettura ci ha parlato del libro dell’alleanza e della conclusione dell’alleanza da parte del popolo di Giuda e di Gerusalemme “davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, […] per attuare le parole dell’alleanza scritte in quel libro” (cf 2Re 23,1-3), diversamente dai suoi padri che si erano pervertiti. Tutti sappiamo che Maria è “madre” e arca della “nuova alleanza”, in latino “Fœderis Arca”.
Ecco l’invocazione lauretana che Mons. Cascio ha associato a Maria per sintetizzare in modo sintetico ed efficace la terza riflessione da lui offerta al popolo materano in pellegrinaggio verso la Bruna.
E però il Vangelo di mercoledì 26 giugno (Mt 7,15-20) ci chiedeva anche di portare “buoni frutti”, per i quali alle volte è necessaria una potatura. Quante potature ha vissuto Maria! “La più terribile ai piedi della croce”. Ma l’augurio con cui Cascio ha terminato la riflessione è stato quello di poter vivere “la fioritura della Pentecoste, con Maria insieme a noi”, con la certezza che si sarebbe ricordato di noi celebrando il 2 luglio, una data mariana per la devozione popolare – che a Matera festeggia la Bruna e altrove la Madonna delle Grazie – sebbene ufficialmente la Chiesa abbia eliminato la festività mariana da quel giorno del calendario.
Di seguito la registrazione integrale dell’ultima omelia tenuta da Mons. Pasquale Cascio e i riferimenti alla liturgia della Parola del giorno (2Re 22,8-13;23,1-3; Sal 118, Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti; Mt 7,15-20).
Un bel triduo che ci ha mostrato la provvidenzialità con cui spesso la parola di Dio ci viene incontro, in cui abbiamo gustato la Parola di Dio grazie ai tanti begli spunti interpretativi della stessa che con il suo cuore di pastore, oltre che di studioso delle Scritture, Mons. Pasquale Cascio ha saputo offrirci. Speriamo che ripercorrere le riflessioni ci aiuti a vivere meglio la festa della nostra protettrice.
Si ringraziano M. Cristina Garzone e Valentina Epifania per le fotografie.
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