Elezioni: parlamento Europeo. I buoni cattolici alle urne: “La politica è la forma più alta di carità” (Papa Ratti). In ogni caso: vivere responsabilmente

Siamo alla fine di un altro anno pastorale: è tempo di bilanci per costruire meglio il futuro. Ma anche tempo di scelte consapevoli alle urne. Siamo pronti, non rimandiamo: è l’insegnamento che ci giunge dall’improvvisa scomparsa di don Mariano Crucinio.
Bruxelles. Parlamento Europeo, esterno (Foto: Longo)

L’Unione Europea: 27 Paesi, 450 milioni di abitanti, figlia della seconda guerra mondiale – e del desiderio di unità e di pace che dalle sue efferatezze discendeva – e di tre padri, Robert Schuman, francese, Konrad Adenauer, tedesco, e Alcide De Gasperi, italiano.

Il Parlamento Europeo: 450 deputati, di cui 76 italiani, eletti per suffragio diretto. Gli europarlamentari hanno il compito di studiare nuove leggi per l’Europa e decidere anche cosa fare con i soldi dell’UE.

Bruxelles. Parlamento Europeo, interno (Foto: Longo)

“Usa il tuo voto. O gli altri decideranno per te”, è il claim che torna, ad es. sui siti del Parlamento Europeo in questi giorni, e tanto vale ricordarlo in una regione in cui l’astensionismo del 50% alle ultime elezioni regionali dice la sfiducia nella nostra terra nei confronti della politica. Eppure

la politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune. Dobbiamo convincerci che la carità è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici.

Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 2013

Negli stessi termini si esprimevano prima di lui Papa Pio XI, Papa Paolo VI, Giorgio La Pira, Alcide De Gasperi.

Ecco l’obiettivo della politica: una vocazione per il bene comune. Lontano dalla realtà, è vero. Ma che potremo rendere più realistico oggi esercitando il diritto-dovere del voto, documentandoci – in questi pochi giorni che ci rimangono sino all’8 giugno – su chi potrebbe meglio rappresentarci in Parlamento, sui loro programmi. Anche attraverso il confronto con amici che magari ne sanno più di noi. L’Italia è suddivisa in cinque circoscrizioni, perché ogni cittadino sia meglio rappresentato da europarlamentari della propria zona.

E solo se sentiremo nostri i deputati eletti, avremo il coraggio e il desiderio di ingaggiarli nelle questioni che riguardano i nostri territori, pretendendo quello che forse già essi stessi non credevano mentre in campagna elettorale promettevano.

Sì, perché anche questa campagna elettorale ormai agli sgoccioli è stata in molti momenti uno sfoggio di sogni autocelebrativi, o un mero parlar “contro” che evidenzia il solo interesse per tanti candidati di emergere in maniera autoreferenziale, con quel populismo segnato da un linguaggio “basso” che vuol sembrare vicinanza al popolo ma è in realtà espressione della vera statura di chi parla.

Solo come “lievito nella massa” si può cambiare il mondo: oggi andando a votare, responsabilmente, domani – perché no? – con un impegno diretto: “Tutti i cristiani sono obbligati ad impegnarsi politicamente. La politica è la forma più alta di carità, seconda sola alla carità religiosa verso Dio” (Papa Pio XI).

Questa riflessione politica per la nostra religiosa Diocesi in cui in tanti abbiamo sfilato nelle processioni giovedì 30 maggio a Matera o domenica 2 negli altri centri dietro il SS. Sacramento. O in cui, in molti – nelle feste che hanno animato i nostri paesi nel mese di maggio – ci siamo crogiolati dietro le statue dei santi e della Vergine, o abbiamo omaggiato la Madonna della Bruna che ha peregrinato per i centri della Zona Pastorale “Mare”.

L’improvvisa scomparsa di don Mariano: “Siate pronti. Non sapete né il giorno né l’ora!”

Fede che spesso ci sorregge – menomale! – in un mondo in cui sentiamo forte il senso della caducità della vita: tale è stato il messaggio che ci ha trasmesso l’improvvisa e prematura morte di don Mariano Crucinio, parroco di “S. Bernardino” a Bernalda, nel giorno del Corpus Domini. Due giorni di lutto cittadino e tante lacrime sono anche il segno che lascia un ministero sacerdotale vissuto in modo autentico, generoso.

Termina un altro anno pastorale

E attendendo l’Assemblea Diocesana, che segna la fine dell’anno pastorale il prossimo 14 giugno ore 17 nel salone di S. Anna, prendiamo coscienza di un altro anno che è passato. E non ci resta che far sintesi del cammino fatto, chiedere misericordia per quanto non fatto e realizzarlo con concreta speranza nel prossimo futuro per essere artefici dei nostri sogni e dei nostri buoni desideri.

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Giuseppe Longo

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