Già in antico – testimoniava D. N. Nelli nella sua “Cronaca di Matera” del 1751 – si festeggiava la Madonna delle Vergini: la prima domenica di maggio, nell’ottava della Natività e tutti i sabati vi era un buon concorso di pellegrini alla chiesetta a lei intitolata.
Anche nei primi del ‘900 – testimoniano alcune foto – la chiesa era frequentata.
Nel 1948 Mons. Cavalla, allora vescovo di Acerenza-Matera, notò la facciata della chiesetta dirimpetto alla Cattedrale: fu la riscoperta (forse dopo gli anni della guerra) e la ripresa dei festeggiamenti.
Negli anni ’60, gli artigiani – raccontano i più anziani – i lunedì di maggio non aprivano bottega e quanti materani erano lì per far festa in attesa della celebrazione dell’ultima domenica del mese! Un rito di fede e sociale riassunto nel detto: «A’ La Madenn du Vurgj’n p’ prjè e p’ ffe’ uasciazz» (alla Madonna delle Vergini per pregare e fare baldoria).
Il 10 dicembre 2013, in seguito ad una petizione popolare, su richiesta dell’allora vescovo della nostra Diocesi Mons. Ligorio, con decreto del prefetto della congregazione per il culto divino, la Madonna delle Vergini è stata eletta patrona del Parco della Murgia Materana e la sua festa è stata fissata al 24 maggio, come quella di Maria Ausiliatrice.
Oggi è il Rettore, Mons. Pierdomenico Di Candia, insieme all’Associazione di Volontariato “Madonna delle Vergini” che custodisce la chiesa e mantiene viva la tradizione.
In questi ultimi anni, ogni edizione della festa ha previsto la visita dell’effige della Madonna presso una comunità parrocchiale.
fino al 2017 la Parrocchia di Piccianello, nel 2018 Maria SS. Addolorata,
nel 2019 la Cattedrale e S. Giovanni Battista, nel 2022 S. Giuseppe, nel 2023 S. Paolo Apostolo
Quest’anno si fermerà presso la Parrocchia Maria Madre della Chiesa, dove giunge giovedì 23 maggio pomeriggio.
Di seguito il programma dei festeggiamenti di quest’anno, in cui tra l’altro vi è la presentazione dei lavori di restauro della vicina chiesa rupestre della Madonna dei Derelitti.
Un angolo di paradiso facilmente raggiungibile
Chi a sera non ha mai visto dal Belvedere di Piazzetta Pascoli, oltre la Gravina, delle luci disposte l’una vicina all’altra quasi a formare un triangolo? È la facciata della Madonna delle Vergini, in località Murgecchia. Immersa in uno scenario da cartolina, da lì si ammira una vista speciale della città di Matera, baciata dal sole al pomeriggio, con la Cattedrale al centro e i Sassi ai lati nella loro interezza.
Oggi la Madonna delle Vergini si raggiunge facilmente in macchina con la rotabile che sale a sinistra del cancello di accesso al vialetto della Palomba; nei tempi andati si usava scendere da Porta Pistola e, guadata la Gravina, costeggiando la chiesetta della Madonna di Monteverde, si risaliva con un ripido tratturo a Murgecchia.
Una mini-guida alla visita
La chiesetta, una delle tante chiese rupestri della nostra città dedicate a Maria e una delle poche in cui ancora si celebra, risalirebbe al ‘500.
La facciata in tufo, opera del restauro di Mons. Lanfranchi (1770), è racchiusa da due eleganti lesene poggianti su plinti ed è decorata in alto da un fastigio realizzato nel ‘900 in stile neoclassico. Da tracce di colore ancora presenti, si arguisce che un tempo la facciata era dipinta. Un’iscrizione alla base del fregio intitola questa chiesa alla “Regina Virginum”, una delle invocazioni delle litanie lauretane. Al di sopra dell’iscrizione, in una piccola nicchia, una statuina di Maria SS. Regina delle Vergini, opera del materano Francesco Pentasuglia.
L’interno è semplice: un’aula rettangolare sommariamente sagomata nella pietra calcarea, che evoca proprio in tale scarna nudità la sua funzione di accoglienza del semplice popolo contadino. Una striscia di maiolica decorata a fiori dall’ingresso all’altare segnava, in tempi nemmeno tanto lontani, il percorso di penitenza e di preghiera di devoti fedeli che a scioglimento di voti la percorrevano “lingua a terra”. L’altare maggiore, in forme semplici ed essenziali di tardo gusto neoclassico, recava un tempo – al posto dell’attuale effige di Maria – una Regina delle Vergini scolpita nella roccia viva. A destra, dei saggi sulla parete tufacea mostrano affreschi a motivi vegetali e accanto la statua della Madonna delle Vergini, opera dell’artista materano frate Pasquale Calabrese.
A sinistra della statua incisa nel tufo la scritta “Sicché in terra e per ogni confine risonasse con dolce armonia, viva, viva sempre Maria, viva Dio che tanto l’amò” merita che il lettore vi faccia un momento di pausa di meditazione.
Ognuno degli altari reca la croce “patente”, refrain della nostra architettura sacra in roccia.
Approfittando del ricco programma di festeggiamenti di quest’anno cosa di meglio che conoscere o riscoprire dal vivo questo suggestivo angolo della Murgia materana?
Di seguito alcune foto delle edizioni passate.
Si ringraziano Giuseppe Flace e il MUV Matera APS per le foto.
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