Astenersi dal futile, ritrovare l’essenziale
L’indicazione è intrigante e senz’altro controcorrente rispetto alla quotidianità: si può anche conseguire l’indulgenza plenaria giubilare “astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni (reali ma anche virtuali, indotte ad esempio dai media e dai social network) e da consumi superflui”. Ci sono almeno tre aspetti da sottolineare. Il primo, forse ovvio, riguarda proprio il Giubileo del 2025: Anno Santo ordinario, vissuto cioè ogni 25 anni, segnato dall’ibridazione e dalla pervasività mediatica. Il secondo concerne lo spirito penitenziale che resta essenziale: “è come l’anima del Giubileo”, si legge nelle Norme sulla concessione dell’indulgenza. Il terzo aspetto emerge dall’aggettivo “futili” per meglio specificare la natura delle “distrazioni”, ovvero azioni banali, di cui si può tranquillamente fare a meno. Una visione unitaria dei tre rilievi aiuta a cogliere la novità della proposta: l’ambiente disegnato dall’innovazione tecnologica non deve estraniare ma, in una dimensione integrale della vita, è anch’esso interessato dal messaggio cristiano. L’annuncio di speranza del Giubileo 2025 non conosce dunque confini, neppure quelli digitali. Qui si gioca la partita della creatività: rinunciare un giorno alle distrazioni dell’ambiente digitale può favorire una riscoperta delle relazioni con se stessi e con gli altri.
Vincenzo