“Evviva sant’Agnese” è il grido di gioia, accompagnato dalla bassa musica, risuonato nei rioni del quartiere di Agna nei giorni scorsi. La parrocchia della periferia sud di Matera, conosciuta ai più come Sant’Agnese, ha festeggiato per il secondo anno consecutivo la santa martire romana.
Grazie alla volontà del parroco, don Nino Martino, la festa esterna che, come da vecchia tradizione, si celebrava l’ultima domenica di aprile è stata riproposta e accolta con gioia dai parrocchiani, sebbene secondo il Martirologio Romano la festa liturgica cada il 21 gennaio.
Per un’intera settimana, dal 21 al 28 aprile la comunità è stata protagonista e ha partecipato agli eventi in programma che ha previsto momenti liturgici, culturali e ludici.
Tutte le parti del quartiere sono state coinvolte dalla processione della statua della santa Agnese che a bordo di un pick-up ha attraversato vie e vicoli, nell’attesa della domenica, giorno conclusivo e di grande festa, con la processione aux flambeaux lungo via Cappuccini con la santa portata a spalla dai latori della città di Montescaglioso.
Nel corso della settimana di festeggiamenti sono state celebrate due messe all’aperto, una ad Agna Le Piane e una in zona San Francesco con una partecipazione considerevole di fedeli grati per la bella testimonianza.
Due intense celebrazioni
La celebrazione serale di sabato 27 aprile è stata presieduta da don Angelo Gioia, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina, che ha sottolineato il valore della festa cristiana che “è legato alla festa piena che si realizzerà nel Regno dei cieli”, e “se una comunità si ritrova riunita intorno alla sua santa patrona è per guardare a lei e credere che essere aperti alla fede dà la forza di affrontare la vita”. “Ecco perché oggi Agnese è ancora in grado di parlare a noi. Il martire è colui che ha ricevuto ed è in grado di consegnare ciò che ha ricevuto e custodito gelosamente, cioè il dono della fede. La forza del martirio non è un atto eroico semplicemente ma qualcosa di molto più grande”. Questa la bella riflessione di don Angelo.
La messa vespertina di domenica 28 aprile, giornata conclusiva dei festeggiamenti, è stata officiata da S.E. Rev.ma Mons. Sabino Iannuzzi, Vescovo di Castellaneta che ha ribadito come una festa patronale e in particolare una festa per fare memoria di una martire, come lo è stata la giovane Agnese, serve a riconoscere la verità dei valori della nostra vita cristiana, quei valori che oggi dobbiamo essere attenti a non rendere negoziabili perché spesso questa è la grande tentazione cristiana. Oggi dobbiamo essere in grado di tradurre la parola martirio con fedeltà al progetto di Dio nella nostra vita dove spesso il rischio non è quello di pensare di difendere una fede quanto piuttosto di rimanere fermi nella fede e negli impegni assunti.
Quanto il popolo di Agna identifichi il quartiere con il nome della santa non ha fondamento storico, ci si augura però che la religiosità popolare manifestata in questa settimana sia preludio per una partecipazione maggiore e attiva alla vita comunitaria.
Apprezzati gli eventi culturali e ricreativi
Tra gli eventi culturali proposti per l’occasione meritano di essere ricordati:
- la presentazione di don Enzo Appella, docente della Pontificia facoltà di Napoli, di un suo interessantissimo racconto, “Giona di Ammittai”;
- l’intervento di don Angelo Gallitelli, Direttore della Biblioteca Arcivescovile di Matera, che ha relazionato sul fondamento liturgico del culto di sant’Agnese e di Marco Pelosi, vicedirettore del Museo Diocesano che ha invece affrontato il tema dal punto di vista storico.
Non sono mancati i momenti ludici per bambini e adulti, oltre al primo quadrangolare di calcio dedicato alla santa svoltosi giovedì mattina, sabato 27 aprile, di pomeriggio, sulla piazza antistante la chiesa, sono stati posizionati i gonfiabili e, dopo la celebrazione della messa, il Mago Zeus ha animato la serata accompagnato dalla street Band “Quattroperquattro” di Santeramo in Colle.
La serata di domenica è stata allietata dalla presenza della “Ragnatela Folk Band” in concerto, che con sano spirito goliardico ha coinvolto i presenti sulla piazza.
Una settimana intensa e pregna di momenti che ha visto l’impegno in primis del parroco ma anche di tanti collaboratori che hanno messo a disposizione il loro tempo perché tutto potesse svolgersi nel miglior modo possibile.
Don Nino: carico, con lo sguardo già al prossimo anno
Alla domanda rivolta a don Nino di raccontare in sintesi questa settimana impegnativa, preparata con alacrità e impegno, il giovane parroco, ha risposto pensando già al prossimo anno con l’impegno che quanto di buono e bello è stato fatto possa servire da stimolo alla crescita della comunità e se, come possibile, qualche errore è stato commesso, possa anche questo essere da stimolo per fare sempre meglio.
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