Storia di un lontano 3 maggio: l’“inventio crucis”. Festa in diversi paesi lucani, tra cui Grottole e Miglionico

Alcuni giorni fa abbiamo ricordato le Viæ Crucis che hanno animato la Quaresima nei centri della Diocesi. La Croce, centro del mistero cristiano, è protagonista della festa che oggi si svolge in diversi centri della Basilicata, della vicina Puglia e non solo. Miglionico e Grottole festeggiano l’“inventio crucis”. Nel resto della Regione, Brienza, dove vi è anche un santuario intitolato alla Santa Croce, Forenza, Scalera (frazione di Filiano).

Sino al tempo della riforma del calendario liturgico operata da Giovanni XXIII (1960-’62), il 3 maggio si ricordava il rinvenimento della croce (“inventio crucis”) da parte di Elena imperatrice, madre di Costantino che abolì la condanna alla Croce e rese la libertà di culto ai cristiani dell’Impero.

Si narra che l’imperatrice Elena, giunta a Gerusalemme, messasi alla ricerca del luogo nel quale si trovava la croce della passione di Cristo aiutata da un certo Giuda, abbia trovato tre croci. Non sapendo come distinguere la croce di Cristo da quelle dei ladroni, si ricercò un segno divino. Venne portato un giovane – morto secondo alcuni, malato secondo altri – e sul corpo senza vita fu posata prima una croce, poi un’altra e, appena fu avvicinata la terza, il morto (o il malato, secondo altri) tornò in vita.

La Croce, nell’attuale ordinamento liturgico, è festeggiata unicamente il 14 settembre, data del recupero da parte della Croce dalle mani dei Persiani nel 628 ad opera dell’imperatore Eraclio, ma in molti paesi la pietà popolare continua a festeggiarla il 3 maggio.

La devozione del Crocifisso a Miglionico si deve al miracolo della pioggia invocata sui campi siccitosi, ma di Miglionico parleremo approfonditamente in altro lavoro degno di questo tema.

Grottole: un terremoto all’origine della devozione

Oggi ci fermiamo solo sul Crocifisso di Grottole.

Gli abitanti raccontano che il culto sia legato alla protezione che Grottole ricevette quando fu colpita da un forte terremoto. Qualcuno racconta invece la processione del 3 maggio, ciò fa pensare che la festa e la devozione era già stata istituita. Precedente o successiva al terremoto che sia l’istituzione della festa del Crocifisso, tanti anziani grottolesi ritengono che grazie al Crocifisso furono allora mantenuti in vita e dunque il terremoto ha mantenuto viva nel tempo la festa del Crocifisso.

L’effige del crocifisso che storicamente veniva portato in processione, conservato e sempre venerato nella chiesa di S. Pietro (detta anche “del Purgatorio”, dalla confraternita che ivi si riuniva), ad esempio, è probabilmente del XIV secolo ed è possibile che la festa sia stata istituita proprio allora.

Crocifisso storico conservato nella chiesa di S. Rocco

Era in S. Pietro che si svolgeva la novena. Mezz’ora prima della messa solenne di mezzogiorno del 3 maggio, il crocifisso veniva portato in Chiesa Madre, dove veniva celebrata l’Eucaristia. Poi la processione nel paese e la ricollocazione del crocifisso a S. Pietro.

L’antica effige del Crocifisso è stata sostituita in processione dall’espressiva statua in cartapesta leccese del 1953, a cui Grottole è molto affezionata.

Crocifisso in cartapesta leccese (1953), oggi utilizzato nei festeggiamenti

Con il nuovo crocifisso anche la festa ha assunto un nuovo volto: lancio della diana e suono delle campane a festa, giro della banda per le vie e primo concerto in cassa armonica.  Nel pomeriggio la solenne celebrazione eucaristica, quest’anno celebrata dal Vicario Generale don Angelo Gioia, e la processione.

È tradizione grottolese che il crocifisso venga portato in processione verticalmente, su un piedistallo, come la statua di un qualsiasi santo. Particolare il piedistallo settecentesco, dotato di un marchingegno del tutto originale che permette, nelle strettoie del centro storico, di girare l’intera statua procedendo con la più totale tranquillità.

Il crocifisso del 1953 con il basamento settecentesco

Alla fine della processione il Crocifisso è esposto alla venerazione del popolo: la chiesa rimane aperta sino a tardi, mentre in Cassarmonica viene eseguito un altro concerto, concluso con il canto dell’Inno d’Italia e con la sfilata della banda sino a Largo Castello. È qui che viene offerto uno spettacolo pirotecnico.

È bello non perdere le tradizioni e tramandarle di generazione in generazione, custodendone il prezioso valore!

La pietà popolare deve alimentare la fede

È bene, attraverso le feste che la tradizione e la devozione popolare ci propongono, rafforzare la fede e la conoscenza del mistero di Dio, il mistero della Croce di Cristo, in questo caso. La croce è l’unica via per la nostra salvezza e inoltre, ci insegna l’apostolo Giovanni, è il trono dove Cristo regna, dove cioè si esplica la sua potenza di Salvatore. E dove, sempre per S. Giovanni, Cristo manifesta la sua gloria.

Tre feste animano l’anno grottolese, tutte molto sentite: il SS. Crocifisso (3 maggio), Maria SS. Assunta e S. Rocco (15-16 agosto), S. Antonio Abate (il lunedì e martedì seguenti la Pentecoste). Le prime due vedono in più il montaggio della Cassarmonica, di cui proprio in occasione di questa festa sono iniziate le celebrazioni per i “100 anni di armonia”. Alle altre due avremo modo di dedicare un cenno a suo tempo.

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Nunzio Ciliero

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