In prossimità della Solennità di San Giuseppe Lavoratore vorrei esprimere la mia gratitudine più sincera e profonda, ancora una volta, a Papa Francesco per la profonda benevolenza e attenzione riservataci nel corso del colloquio avuto in occasione nell’Udienza Generale di mercoledì 24 aprile.
Una giornata intensa: la catechesi sulle virtù teologali (fede, speranza e carità)… Poi, noi abbiamo portato il simulacro di S. Giuseppe Lavoratore presente nella nostra parrocchia, lui ha impartito la benedizione non solo sulla statua ma a tutti i lavoratori, gli imprenditori e, in modo particolare, sui disoccupati.
Noi abbiamo donato al Pontefice una somma di denaro per il popolo della Terra Santa (dopo il donativo per il popolo ucraino già consegnato il 18 gennaio 2023), lui ci ha affidati al “protettore e modello” dei lavoratori, augurandoci che “la speranza sia l’ultima a morire”.
Insieme ad un gruppo di fedeli provenienti dall’intero comprensorio pisticcese, erano presenti in Piazza S. Pietro l’Amministrazione Comunale – con il vice sindaco Avv. Rossana Florio e l’assessore alla cultura prof. Dolores Troiano – che ha donato a Papa Francesco una Sacra Famiglia in terracotta, realizzata dagli artisti locali Annamaria Pagliei e Felterino Onorati.
Papa Francesco all’Ilva: “C’è sempre stata un’amicizia tra la Chiesa e il lavoro”
Alla vigilia di questo primo maggio mi piace e mi preme ricordare le parole che papa Francesco pronunciò sette anni quando fa visitò lo stabilimento Ilva di Genova:
C’è sempre stata un’amicizia tra la Chiesa e il lavoro, a partire da Gesù lavoratore. Dove c’è un lavoratore, lì c’è l’interesse e lo sguardo d’amore del Signore e della Chiesa.
Non c’è buona economia senza buoni imprenditori, senza la vostra capacità di creare, creare lavoro, creare prodotti.
Non dimentichiamo che l’imprenditore dev’essere prima di tutto un lavoratore. Se lui non ha questa esperienza della dignità del lavoro, non sarà un buon imprenditore. Condivide le fatiche dei lavoratori e condivide le gioie del lavoro, di risolvere insieme problemi, di creare qualcosa insieme. Se e quando deve licenziare qualcuno è sempre una scelta dolorosa e non lo farebbe, se potesse. Nessun buon imprenditore ama licenziare la sua gente – no, chi pensa di risolvere il problema della sua impresa licenziando la gente, non è un buon imprenditore, è un commerciante, oggi vende la sua gente, domani vende la propria dignità –, ci soffre sempre, e qualche volta da questa sofferenza nascono nuove idee per evitare il licenziamento. Questo è il buon imprenditore.
Papa Francesco, Genova, Stabilimento Ilva, 27/05/2017
Il discorso del Santo Padre è ancora oggi attuale per quello che sta accadendo allo Stabilimento Stellantis di Melfi, come anche ad altre aziende sparse nel nostro territorio lucano.
E la politica cosa ha fatto e cosa farà? Da poco è stato eletto il neo-governo di Basilicata.
In Basilicata quale dignità di lavoro e lavoratori?
Dopo una campagna elettorale – già così prevista dal sottoscritto, come anche ribadito in una lettera aperta del 9 marzo c.a. – di tiratori scelti, tra accuse e chi si illudeva di essere il miglior politicante facendo scuola senza programmi – in fondo, di questo si è trattato, miseramente – esprimo i migliori auguri alla nuova classe politica di maggioranza e minoranza: auspico di lavorare seriamente e concretamente per il bene di questa Regione da anni afflitta da un emorragia che potrebbe, se non curata quando prima, determinare uno stato di coma con esito letale. È raccapricciante assistere, ancora una volta, a licenziamenti con dei comunicati scaricati via e-mail dalla sera alla mattina, come se le persone fossero spazzatura da gettare via.
Parole che dicono tutto di una dignità fatta a pezzi, liquefatta, evaporata, umiliata, calpestata senza ritegno. La sola via da cui ripartire per ridare all’uomo quella dignità oggi minacciata da ogni parte è guardare a San Giuseppe Lavoratore che è un grande esempio per le moderne generazioni a considerare i diversi lavori come attività virtuose.
La crisi del nostro tempo, che è crisi economica, sociale, culturale e spirituale, può rappresentare per tutti un appello a riscoprire il valore, l’importanza e la necessità del lavoro per dare origine a una nuova “normalità”, in cui nessuno sia escluso.
Il lavoro di San Giuseppe ci ricorda che Dio stesso, fattosi uomo, non ha disdegnato di lavorare. La perdita del lavoro che colpisce numerose persone è aumentata negli ultimi tempi, dev’essere un richiamo a rivedere le nostre priorità.
Imploriamo San Giuseppe lavoratore perché possiamo trovare strade che ci impegnino a dire: “Nessun giovane, nessuna persona, nessuna famiglia senza lavoro!” Il contrario, sarebbe aver fallito come politica, senza programmi che non hanno avuto una visione di miglioramento e ignorando il bene comune.
Scrivi un commento