È bello per noi esser qui!
“È bello per noi esser qui!“, questo il tema del percorso diocesano di Pastorale Giovanile della Quaresima 2024. Essere con Lui e fare lectio: un modo per vivere questo tempo forte alla luce del tema diocesano di quest’anno pastorale, “Il ministero della Parola feconda e serve la vita”.
La Quaresima – ha detto nel primo incontro fra Gianparide Nappi, che tutti conosciamo per le serate di animazione di strada con la FratelliTutti Band sotto i tre archi del Belvedere Guerricchio – non è tempo da dedicare alle rinunce ma in primis a riscoprire il rapporto con Dio, a gustarlo nell’ascolto della Parola di Dio, per riscoprire le giuste priorità nella nostra vita.
Buoni i feedback da parte dei giovani che vi hanno preso parte. Per alcuni di loro una entusiasmante trasferta, visto che i tre incontri si tengono ognuno in un centro della diocesi e alle volte c’è un po’ di strada da fare, com’è stato per nove ragazzi che con don Antonello Petrocelli e un papà sono venuti a Matera per la prima serata. “È bello per noi essere qui!”, è stata anche la loro considerazione!
Buoni i feedback, inoltre, da parte degli educatori presenti che colgono la serietà e l’interesse con cui i ragazzi stanno vivendo questi momenti: l’attenzione alla lectio, la modalità di partecipazione ai momenti laboratoriali… Una per tutti, l’affermazione di una ragazza, 14 anni, che ha detto decisa che l’obiettivo primo della vita può esser la santità.
Prima lectio. Matera, Parrocchia S. Famiglia
Mercoledì 21 febbraio. Siamo nella cappella feriale della Chiesa “S. Famiglia” in Matera. Che bello trovarmi tra 40 giovani – dalla terza media all’università, in particolare delle comunità S. Lucia (Montescaglioso), nonché S. Giovanni Battista, S. Paolo e S. Famiglia (Matera) – che pregano, ascoltano, riflettono, cantano.
Densa e interessante, ma pur sempre ben accessibile ai giovani uditori, l’introduzione di fra Gianparide:
La Parola di Dio non è il libro ‘delle risposte’ ma il libro in cui Dio parla a noi, che siamo chiamati ad ascoltare quello che Lui desidera comunicarci e non quello che noi desidereremmo ascoltare. La Parola di Dio diventa così il mondo di leggere la mia vita, ciò che la interpreta. Non corriamo il rischio di interpretare la Parola di Dio rispetto alle contingenze della mia esistenza!
E la Parola di Dio non è una cronaca dei tre anni di vita di Gesù o degli eventi della storia d’Israele. Ma un racconto scaturito tempo dopo, in cui tanti particolari erano stati dimenticati o era irrilevante raccontarli ed altri avevano acquisito un senso particolare, degno di essere sottolineato nel racconto.
Tante le sottolineature ricche di significato durante la lectio che ha tenuto fra Gianparide.
“Sei giorni dopo” è l’incipit del brano della Trasfigurazione e fa riferimento al giorno in cui Pietro aveva professato che “Gesù è il Cristo”. Il riferimento è chiaro al ‘sesto giorno’ in cui Dio crea l’Uomo: la trasfigurazione è una “ricreazione”.
E poi il riferimento al ‘monte’, lo stesso luogo in cui a Mosè si era rivelato a Dio, è ora il luogo in cui Dio si rivela a Gesù e agli apostoli a Lui più vicini.
E al Battesimo del Signore in cui dal cielo si sentì la stessa frase del momento della trasfigurazione: “Questi è il Figlio mio prediletto”: come il Battesimo segna l’inizio del Vangelo, così l’episodio della trasfigurazione può rappresentare l’inizio di un “secondo tempo” del racconto.
Non di meno il lavoro nei laboratori, in cui ognuno ha cercato di far memoria di un momento “assieme al Signore” in cui ha potuto dire “Che bello!”, come i tre apostoli sul monte. Oppure si è sforzato di capire ciò che realmente interpreta la propria vita. E di far risuonare alcune domande che le riflessioni di fra Gianparide hanno suscitato.
Un rapporto con la Parola di Dio mai può lasciarci come prima o come se non l’avessimo ascoltata. E ascoltare è un’arte. E per metterci in ascolto della Parola di Dio ci vuole un metodo, che hanno messo a punto gli antichi padri: la lectio divina.
Sabato a Pisticci la via Crucis con l’Arcivescovo
Prossimo incontro: sabato 2 marzo, ore 18:30, a Pisticci. Per la tradizionale via Crucis per i giovani, quest’anno presieduta, di nuovo, dall’Arcivescovo, allargata a tutti i giovani della Diocesi e curata dal Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile.
La Redazione di Logos si fa portavoce di questo invito che don Gianpaolo, direttore del Servizio di PG, ha indirizzato ai giovani alla fine del primo incontro di lectio.
Prossimo incontro di lectio: martedì 12 marzo a Miglionico guidato da don Antonello Petrocelli.
Seconda lectio. Miglionico, Parrocchia S. Maria Maggiore
Gli incontri quaresimali per zone pastorali sono continuati con la seconda tappa di Miglionico, sede – tra l’altro – di un Oratorio ANSPI martedì 12 marzo. Sono venuti per la lectio che ha tenuto don Antonello Petrocelli, viceparroco di S. Lucia in Montescaglioso, ragazzi fondamentalmente delle scuole medie di Miglionico, con qualche aiuto animatore delle scuole superiori, e delle medie e superiori di Montescaglioso; due giovani di Matera. Al completo l’équipe diocesana di Pastorale Giovanile con il responsabile don Gianpaolo Grieco.
Una novità per molti dei ragazzi presenti il metodo della lectio. Molti i ragazzi in cammino verso la Cresima che hanno subito associato al Padre e al Figlio presenti nell’evento della trasfigurazione la terza persona della SS. Trinità, lo Spirito Santo, presente invece al momento del Battesimo di Gesù, un’altra simile epifania, segnata dalle parole: “Questi è il mio figlio prediletto”. Una lettura del testo evangelico svolta da un ragazzo e il tentativo di entrare nel testo sotto la guida di don Antonello. In particolare sotto le categorie dell’amicizia: gli apostoli che salgono sul monte sono gli amici di Gesù che mangiano ed escono con Lui e questa volta lo vedono sotto sembianze del tutto nuove.
Poi, il lavoro “attivo”: lo sforzo di rileggere nella propria vita i momenti di incontro con il Signore: una di quelle esperienze che non si dimenticano “come quando mamma e papà si sono incontrati per la prima volta”. Un dialogo per gruppi: una parte dei ragazzi nel salone e una parte in chiesa. “È stato bello perché ognuno ha detto qualcosa”, ha commentato il parroco don Egidio Musillo. Poi un Padre nostro recitato tutti insieme e un momento mangereccio.
Felice don Egidio che si è augurato che si potesse tornare una prossima volta nella sua parrocchia!
buongiorno, si che sono fuori tema, ma vorrei sapere se in passato (molto lontano) e, forse anche oggi, per eleggere un santo patrono di una città occorre approvazione del pontefice. grazie per la collaborazione
“Antecedentemente al 23 marzo 1630, data di promulgazione del “Decretum super electione sanctorum in patronos” da parte di Papa Urbano VIII, in merito all’elezione dei Santi Patroni non vi era un’unica procedura valida per la Chiesa Universale. L’elezione poteva avvenire anche con l’approvazione dell’Ordinario del luogo. Il decreto del 1630 rese obbligatoria l’approvazione pontificia ed impose una precisa istruttoria che prevedeva il voto della massima assise cittadina, del clero secolare, del clero regolare e dell’Ordinario Diocesano. La documentazione veniva quindi trasmessa dalla Curia alla Sacra Congregazione dei Riti per l’approvazione pontificia” (Marco Pelosi).
A disposizione per ulteriori chiarimenti.