Offrire una vita in missione per il Mozambico
Padre Prosperino, al secolo Rocco Luigi Gallipoli, partiva dalla nostra provincia lucana a 16 anni, il lontano 12 agosto 1948 – ben 75 anni fa – ed entrava nel noviziato dei Padri Cappuccini di Alessano (LE). Eppure, è ancora vivo il ricordo di lui a Montescaglioso, sua città natale.
Gli studi ginnasiali a Scorrano (LE), la prima professione religiosa e, nel 1953, la professione perpetua. Poi, gli studi teologici a Bari (Istituto “S. Fara”) e l’ordinazione sacerdotale il 2 marzo 1957.
Nel 1958, Padre Prosperino partiva missionario per lo Zambesi Inferiore, attuale Mozambico, allora colonia portoghese.
Un’opera fortemente basata su una visione aperta del cooperativismo e ancora ricordata, a distanza di 20 anni dalla morte, avvenuta a Maputo, capitale del Mozambico, assieme alla sua persona, determinata nella lotta contro le ingiustizie sociali nel paese.
Quando sono arrivato in Africa, mi sono subito reso conto che il contadino è l’ultima categoria sociale, anche se è il fondamento della società africana, la classe più importante. Non solo il contadino, ma la donna contadina, l’unica che in Africa lavora per davvero. Mi son messo in testa fin dall’inizio di aiutare i contadini e le donne.
Dalla viva voce di Padre Prosperino Gallipoli
Il triennio 1974-1977 fu un periodo denso di avvenimenti epocali per la storia del Mozambico e fra Prosperino ne scrisse una pagina importante, inserendosi pienamente negli eventi e preparandoli con un’azione politica, religiosa e sociale molto attiva. Sono gli anni in cui matura la sua scelta preferenziale della “Chiesa dei poveri”. Che non gli fa dimenticare i valori evangelici che hanno maturato la sua complessa e dinamica personalità ma, anzi, li irrobustisce.
L’esilio
Non sempre tutto fila liscio per chi, come fra Prosperino, si pone con attenzione e spirito critico nei confronti delle strategie politiche nazionali e internazionali e alle scelte ecclesiastiche in corso.
Nel 1975, dopo la conquista dell’indipendenza del Mozambico, i contrasti con il partito unico che governa il paese (FRELIMO) divennero tanto forti che nel 1979 fra Prosperino veniva espulso dal Mozambico. Ma presto, il Ministro degli Esteri, Chissano (attuale Presidente del Paese), e l’allora Presidente, Machel, “riportavano” Padre Prosperino in Mozambico. Si stabiliva a Maputo, capitale del Mozambico, ed intensificò la sua opera nel sociale.
Fondatore di una delle maggiori cooperative africane
L’opera più significativa di p. Gallipoli è stata la fondazione a Maputo dell’UGCM (Unione Generale delle Cooperative di Maputo), divenuta nel giro di vent’anni una delle maggiori cooperative africane, tuttora operante nei settori dell’allevamento di polli e dell’agricoltura. Nell’organizzazione svolgono un ruolo determinante le donne, che costituiscono il 95% dei membri della cooperativa.
All’interno delle strutture delle cooperative di cui si è occupato, p. Prosperino ha curato la creazione di scuole, laboratori, centri di salute e altre infrastrutture per il miglioramento della vita dei cooperativisti e delle loro famiglie.
Il mio lavoro è stato quello dell’animatore rurale e l’ho sempre inteso come pre-evangelizzazione. Non si evangelizza uno schiavo, se non rendendolo libero, dandogli fiducia in se stesso. Il segreto del successo è stata l’educazione, sia tecnica che ai valori del Vangelo: dignità della persona umana, libertà, responsabilità, impegno, senso del bene comune.
Dalla viva voce di Padre Prosperino Gallipoli
Fra Prosperino ha istituito inoltre la “Cassa di Risparmio e di Credito” (CPC), una cooperativa che fornisce credito alle fasce di popolazione più povere, sempre nello spirito del cooperativismo.
Sempre a favore delle cooperative di pollicoltori, p. Prosperino ha fatto realizzare numerosi mulini per la fabbricazione dei mangimi per gli animali, nonché strutture per la macellazione e commercializzazione di polli. Nondimeno, favorì la ricerca agricola e la sperimentazione di nuove colture e introdusse la produzione di energia dal biogas.
E dopo il grande alluvione del 2000, ha coordinato la ricostruzione di centinaia di abitazioni in muratura e in materiali locali.
Siamo decisi a restare in Mozambico […] per continuare a testimoniare lo spirito e la speranza di un mondo migliore […] Questa decisione non è maturata da sentimentalismi, ma dalla coscienza che stiamo testimoniando il messaggio in una situazione critica ma ricca di contenuti.
Dalla viva voce di Padre Prosperino Gallipoli
Fra Prosperino da Montesaglioso (o da Maputo, per gli Africani) è scomparso improvvisamente nel 2004, per un blocco renale, all’età di 72 anni.
Vent’anni di riconoscimenti
Tante comunità lucane hanno sostenuto, negli anni, l’opera di Padre Prosperino in Mozambico e, nel 2002, l’allora Presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico, e l’allora Arcivescovo di Matera-Irsina, Mons. Antonio Ciliberti, hanno visitato le missioni mozambicane consegnando aiuti.
Il frate missionario montese è stato insignito dal Presidente della Repubblica, Carlo A. Ciampi, del titolo di Commendatore della Croce dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana.
Il 17 aprile 2004, l’allora il Sindaco di Roma, W. Veltroni, ha ricordato l’opera di p. Prosperino durante la manifestazione internazionale “Il destino dell’Africa dipende anche da noi”.
Nel 2009 veniva pubblicato, a cura di Enrico Luzzati, “Dalla parte degli ultimi”, una raccolta di testimonianze di amici, religiosi, collaboratori che gli sono stati vicini nella sua grande opera, dettata dalla fede, volta – ancor prima che a far conoscere Dio – ad alleviare i problemi drammatici conseguenti alla povertà in Mozambico.
Il Comune di Montescaglioso ha recentemente dedicato una piazza a Padre Prosperino Gallipoli.
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