Come si fa alla vigilia dei momenti topici della vita o a ridosso delle grandi scelte, don Biagio ha organizzato un bel triduo di preghiera nella chiesa di S. Giacomo in Matera – dov’è stato parroco per oltre 11 anni – per preparare il grande giorno dell’ordinazione episcopale.
Ogni sera, resa solenne dalla seria cura liturgica e dalla grande partecipazione del popolo, è stata ottimamente animata dalla presenza di un diverso vescovo:
- la prima sera, lunedì 5 febbraio, Mons. Giuseppe Russo, neo-eletto vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, tarantino, ingegnere civile esperto di edilizia di culto ed arte sacra, che don Biagio ha coinvolto perché Mons. Russo prenderà possesso della Diocesi proprio mentre il pomeriggio di sabato 10 febbraio don Biagio verrà consacrato vescovo;
- la seconda sera, martedì 6 febbraio, Mons. Salvatore Ligorio, che ha appena terminato – dopo 26 anni – il ministero episcopale, svolto in tre Diocesi della Basilicata (Tricarico, Matera e Potenza): il “precedente” vescovo di don Biagio;
- l’ultima sera, mercoledì 7 febbraio, Mons. Antonio G. Caiazzo, nel bel mezzo del ministero episcopale, attuale Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, vescovo ordinante di don Biagio.
Vescovi diversi l’uno dall’altro per età episcopale, temperamento, spiritualità: la Chiesa è polifonica, è convivialità di carismi e di diverse storie di vita!
Tre riflessioni ricche di spunti
“Il vescovo segno di comunione e unità”, “il vescovo padre e pastore”, “il vescovo segno della Carità di Cristo”, i temi che hanno guidato la riflessione di questo triduo. Riflessioni edificanti per tutti, non meno ricche di indicazioni utili che don Biagio, certamente alla ricerca di riferimenti per il suo prossimo ministero, avrà di sicuro gradito. Di seguito, integralmente riportata, l’omelia di Mons. Russo.
“Pasci le mie pecore”, il riferimento ritornato nelle prime due sere, come motto di Mons. Russo e invito pastorale di Mons. Ligorio a prendersi cura in particolare dei più piccoli e i più fragili.
“Dèdicati ai sacerdoti” l’altro imperativo di Mons. Ligorio. E poi, ancora le parole di Mons. Ligorio: “Abbi una paternità da cui traspaia il volto di Dio-Padre. Una paternità orientata dal santo timore di Dio, autorevole: tale che quanto viene chiesto al figlio sia sentito come già stato incarnato dal padre e non, invece, il sacrificio per un despota nella certezza che – Mons. Ligorio ha centellinato e ripetuto queste parole – chi vive nella rettitudine davanti a Dio sperimenterà non poche sofferenze ma le vivrà con grande pace e serena fiducia”. Di seguito, integralmente riportata, l’omelia di Mons. Ligorio.
La carità come capacità pastorale di condivisione e soprattutto – il cuore del messaggio di Mons. Caiazzo –diventare se stesso dono che libera – più che “fare l’elemosina” – dai formalismi religiosi, dai fardelli inutili della vita, dalle ferite che rallentano il cammino… “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” è la cifra della vera carità. E più si sale in grado nel ministero ecclesiale – ha continuato Mons. Caiazzo – più è richiesto, al momento opportuno, di sapersi piegare, di tacere, di far finta di non vedere, di non sentire. Di seguito, integralmente riportata, l’omelia di Mons. Caiazzo.
Una comunità che prega e benedice il Signore
Una bella partecipazione di popolo orante in tutte e tre serate: i fedeli della Parrocchia “S. Giacomo” in Matera, gli amici della Parrocchia “S. Giovanni Battista” in Ferrandina dove don Biagio è stato parroco dal 1988 al 2005 e tanto popolo di Dio che magari si sente legato a don Biagio e per lui ha voluto pregare.
Sì, aver organizzato un triduo è stato un modo per rendere partecipe la comunità diocesana di una nomina ed un’ordinazione episcopale. E ognuno dei fedeli è stato invitato, nella seconda e in particolare nella terza sera, a continuare a pregare per don Biagio, per essere – per la forza della preghiera, se pure a centinaia di chilometri di distanza – sua forza, suo braccio destro.
Ognuno dei convenuti ha saputo prendere iniziative in diverso modo e nelle forme più opportune in queste giornate di preparazione all’ordinazione episcopale di don Biagio, che ha espresso apprezzamento per questo essere “Chiesa viva”.
E chiunque è entrato in S. Giacomo nelle tre serate – come anche Mons. Russo ha avuto modo di sottolineare all’inizio della riflessione – ha percepito un clima caldo, familiare, accogliente. Qualche parrocchiano ha sottolineato in una di queste sere proprio lo sforzo di don Biagio di costruire la comunità, armonizzando i carismi a servizio della stessa, cercando di scorgerne di nuovi. Ecco l’opera che don Biagio ha iniziato nelle sue comunità parrocchiali e continuerà nella Chiesa di Campobasso-Bojano.
Non meno evidente il clima orante di una comunità spiritualmente matura che all’unisono canta, prega, si alza o si inginocchia, ascolta, sa fare silenzio.
Un grazie emozionato
L’ultima delle tre serate, ha visto, inoltre, all’inizio della celebrazione, il ringraziamento emozionato e sincero di Mons. Colaianni a Mons. Caiazzo, che ha creduto in lui e così è stato determinante nella sua elezione a vescovo. Un lungo silenzio, che ha impedito inizialmente a don Biagio di parlare, ha espresso la sua emozione fortissima. Più di qualche volta, e anche stasera, don Biagio ha ricordato il lungo abbraccio di incoraggiamento e di stima scambiato tra lui e il Vescovo al momento della nomina, tra l’altro segno della possibilità concreta di “appoggiarsi” a Mons. Caiazzo.
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