“La grazia di Dio in me non è stata vana”: in preghiera per don Biagio Colaianni

Sabato 10 febbraio ore 16, nel PalaSassi di Matera, don Biagio viene ordinato vescovo. Questa settimana, che precede l'evento, si apre con una veglia di preghiera, nella sera di S. Biagio nella Parrocchia di S. Giacomo dove don Biagio è stato parroco per oltre 11 anni. Un momento fortemente partecipato guidato dal filo conduttore della grazia.

Una bella veglia di preghiera ha aperto la settimana in preparazione all’ordinazione episcopale di don Biagio.

La Grazia il filo conduttore della serata orante, presieduta da don Nicola Gurrado – dal 10 dicembre scorso amministratore parrocchiale di “S. Giacomo” – e partecipata da tutta la comunità parrocchiale – grandi e piccoli, giovani e anziani, tutti in festa, in clima di comunione e preghiera – e da una rappresentanza non marginale della Chiesa materana tutta.

Grazia che santifica, grazia che fortifica, grazia che vivifica, grazia che invia, grazia che accompagna: questi cinque momenti ben coesi e armonizzati tra loro componevano la veglia, intonati con il motto episcopale di don Biagio – “La grazia di Dio in me non è stata vana” (1 Cor 15,10).

Momenti guidati visivamente dallo stemma episcopale di don Biagio, posto in evidenza sul presbiterio, sul quale durante la veglia sono stati apposti, uno alla volta, momento per momento, i diversi segni che ne fanno parte: la conchiglia, il pettine del martirio, le spighe del grano nostrano da cui nasce la farina del nostro pane materano, la torre, le stelle.

La presenza del braccio reliquiario di S. Biagio che don Angelo Gallitelli ha portato dal Museo Diocesano era quanto mai intonata con questo momento di preghiera per don Biagio, per di più, trovandosi nella festa liturgica di S. Biagio.

Letture bibliche (tratte dagli scritti di S. Paolo e di S. Giovanni), brani di discorsi degli ultimi pontefici, preghiere corali, l’applicazione dei simboli adesivi sullo stemma episcopale inizialmente vuoto, invocazioni di preghiera di ringraziamento e intercessione per don Biagio e canti ritornavano ciclicamente nei diversi momenti.

Infine, le parole – quasi fuori programma – di don Biagio che si è detto “confuso” e ha invitato a riflettere sul valore della Grazia nella vita di ognuno, che sempre opera – seppur alle volte in modo apparentemente misterioso o invisibile – e ci giova riconoscerla. E che don Biagio sta vedendo all’opera in sé in particolare in questo periodo, segnato – tra l’altro – da tante espressioni di approvazione che rimandano indubbiamente al ruolo che lui ha come ministro di Dio e pastore – da oggi – della Chiesa di Campobasso-Boajano, più che alla sua persona umanamente intesa: da un lato, per lui, dono di Grazia, ma soprattutto, per tutti, riconoscimento di quella Grazia di Dio che opera attraverso di lui, di cui lui è immagine. E con questa convinzione, aperto alla Grazia, Mons. Biagio parte “come uno studente per l’università, in attesa di tornare qui tra otto anni” quando a 75 anni dovrebbe terminare il ministero episcopale per raggiunti limiti di età.

Una coroncina per pregare per don Biagio

La veglia, com’è tradizione della parrocchia “S. Giacomo” che mensilmente ne celebra una per pregare per un tema specifico, si è conclusa con la distribuzione di un segno: una decina di Rosario con un foglietto con una preghiera per don Biagio. Ha sottolineato una parrocchiana che ha annunciato il segno: è un mandato, un “compito a casa”: quello di pregare per don Biagio. Allora, come Chiesa locale, in comunione con la Chiesa di Campobasso che si appresta ad accogliere il nuovo vescovo, preghiamo perché la Grazia di Dio non sia vana in don Biagio.

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Giuseppe Longo

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