Si tratta di un appuntamento tradizionale nella vita del Movimento di CL, sia in Italia che all’estero: all’incontro parteciperanno le comunità di tutta la regione ma in quanto evento pubblico esso è aperto a tutti, credenti e non credenti, nello spirito del cammino sinodale della Chiesa.
Se consideriamo quante volte diamo credito alle parole di amici che raccontano fatti o circostanze di cui non abbiamo diretta conoscenza ma della cui verità non abbiamo motivo di dubitare dovremmo riconoscere che siamo tutti uomini di fede.
La fede infatti non è anzitutto un “problema religioso” quanto piuttosto un metodo di conoscenza che passa attraverso la mediazione di un testimone; in tal senso è alla base di tutta la convivenza umana.
Se rinunciassimo ad usare il metodo della fede per conoscere la realtà, riducendo il campo della ragione a quello della logica o del dimostrabile, lo sviluppo della cultura e della storia sarebbe compromesso.
Per fare un esempio: chi non fosse stato di persona in America dovrebbe dubitare della sua esistenza.
Contrariamente a quanto afferma un noto proverbio, fidarsi delle persone quando siano testimoni credibili e a conoscenza dei fatti è cosa assolutamente ragionevole.
La tradizione cattolica sin dall’inizio ha rigettato il cosiddetto fideismo, la volontà cioè di credere contro la ragione: tanto Giovanni Paolo II con la sua Enciclica Fides e Ratio (1998) che Papa Benedetto XVI con il suo magistero, in particolare nell’intervento alla facoltà di Ratisbona (2006), riaffermano come fede e ragione siano alleate nella ricerca della verità.
Nel suo libro “Il senso religioso” don Giussani definisce la ragione come “la capacità di rendersi conto del reale secondo la totalità dei suoi fattori” e spiega come la ragionevolezza sia un’esigenza strutturale dell’uomo: per vivere occorrono delle certezze esistenziali, non bastano quelle offerte dalla scienza, dalla matematica o dalla filosofia.
Tutto il dinamismo del vivere è mosso da alcune evidenze ed esigenze originali che possono essere riassunte nel bisogno di verità, di giustizia, di felicità.
L’uomo non può sottrarsi alle domande circa il significato della vita e il suo destino, domande che sospingono la ragione di fronte al Mistero, una realtà irraggiungibile con le sole proprie forze.
La fede cristiana sorge sempre dal fascino di un incontro attraverso la persona stessa di Cristo presente nel volto dei credenti, testimoni di un annuncio che continua a risuonare lungo i secoli: “Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).
La pretesa cristiana di essere risposta esauriente alle esigenze fondamentali del cuore e della ragione sfida la libertà di ciascuno a verificare la convenienza umana della fede divenendo così annunciatori della Parola.
La giornata di inizio d’anno a Matera si aprirà con l’intervento di don Giovanni Grassani, responsabile regionale di Comunione e Liberazione. Seguiranno due testimonianze e al termine la celebrazione della Santa Messa. All’incontro sarà presente Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico.
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