E’ da un saggio sulla presenza e la figura di Maria di Nazareth nella canzoni, anche di autori contemporanei, a firma del compositore e critico musicale Walter Muto, che è nato il recital ospitato nel Santuario mariano della Palomba a Matera l’11 settembre scorso.
Lo stesso Walter Muto alla chitarra nonché voce maschile ha presentato, insieme a Francesca Mancuso, voce femminile, una selezione tratta dai 33 brani contenuti nel volume dell’editrice Àncora.
Per circa un’ora, in un clima di silenzio e raccoglimento, sono risuonate canzoni non nate per l’uso liturgico ma piene di invocazioni e di domande rivolte a Maria di Nazareth.
Bisogna riconoscere ai francescani della comunità di Cristo Re il merito e forse il coraggio di aver accolto la proposta della Fraternità di Comunione e Liberazione di far svolgere l’evento all’interno del Santuario.
Il pubblico che ha riempito la chiesa è stato partecipe di una sorta di sacra rappresentazione, arricchita dalla proiezione di immagini e dall’illustrazione dei brani in programma.
La serata si è aperta con l’Ave Maria di Fabrizio De Andrè tratta da un album (la Buona Novella – 1970) che contiene ben cinque canzoni dedicate a Maria.
Tra queste il brano delle Tre madri dove il cantautore genovese, guardando a Maria e alle madri dei due ladroni, azzarda l’idea che queste ultime abbiano sofferto di più, non avendo avuto la certezza e la consolazione della Risurrezione per i loro figli.
Il percorso musicale è proseguito con l’ascolto del brano Mary della cantautrice statunitense di origini irlandese Patty Griffin (dall’album Flaming Red del 1998).
Si sono succedute canzoni di autori noti e meno noti, tutte precedute da una breve presentazione dei contenuti: da Bruce Springsteen con il suo Jesus was only a son (2005) ad Eliza Gilkyson con il Requiem scritto nel 2004 dopo lo tsunami che colpì l’Indonesia a Michael English con Mary did you know? (Maria tu lo sapevi ? – 1991).
Nella canzone Romaria, scritta nel 1977 dal cantautore brasiliano Renato Teixeira e dedicata alla Madonna Aparecida, un povero campesinos racconta che “E’ fatto di polvere e di sogno il destino di un uomo solo come me“; la sua vita sfortunata e piena di errori non gli impedisce però di rivolgersi alla Vergine: “Mi hanno detto di venire qui, in pellegrinaggio, in preghiera per chiedere la pace nelle mie disavventure. Ma dal momento che non so pregare, sono venuto semplicemente a mostrare il mio sguardo“.
Alla fine della serata è stato chiesto a Walter e Francesca di far ascoltare il canto spagnolo “El màr” che descrive poeticamente la vita come un fiume che scorre verso il suo destino.
Sul canale Youtube di Logos è disponibile la registrazione integrale dell’evento: https://youtu.be/ex3t1327ry8?si=U4kKFJKDuWdErLnk
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