18^ Giornata per la Cura del Creato. Inizia oggi un mese di sensibilizzazione per la sopravvivenza del pianeta
La 18^ Giornata per la cura del Creato, oggi 1° settembre, apre l’annuale celebrazione del “Tempo del Creato”, che vede i cristiani nel mondo uniti ad ascoltare insieme il grido della Terra, a pregare e a operare per la salvaguardia della “casa comune”.
L’iniziativa può considerarsi uno dei frutti più belli del movimento ecumenico, originariamente proposta dalla Chiesa Ortodossa e in seguito adottata dalle altre denominazioni cristiane.
Nel 2015, Papa Francesco dichiarò ufficialmente il 1° settembre come Giornata Mondiale di Preghiera per la Custodia del Creato, evidenziando il legame tra la fede e la cura dell’ambiente.
Fuori contesto religioso, poi, è stata fatta propria anche da molte altre organizzazioni laiche, gruppi ambientalisti e governi, vedendo questa “giornata” come un’opportunità per sollecitare azioni a livello globale per affrontare le sfide ambientali come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l’inquinamento. E’ l’impegno a creare un mondo vivibile per le generazioni future.
La crescita di sensibilità a problemi inderogabili per la sopravvivenza del Pianeta, ha esteso il periodo a tutto il mese si settembre, per terminare, significativamente, il 4 ottobre con la festa di San Francesco d’Assisi, cantore della bellezza del creato.
Il tema di quest’anno – “Che scorrano la giustizia e la pace” – s’ispira alle parole del profeta Amos (Am 5,24): “Scorra il diritto come acqua e la giustizia come un torrente perenne”, pronunziate contro il vuoto formalismo e la falsa religiosità. La similitudine esprime la volontà di Dio che ogni uomo s’impegni a essere giusto in ogni situazione, che si sforzi sempre di vivere secondo le sue leggi e di rendere quindi possibile alla vita di fiorire in pienezza. “E’ nella giusta relazione con Dio e nell’impegno a realizzare il suo progetto salvifico a livello cosmico che l’umanità e tutte le creature possono vivere nella giustizia e nella pace”.
Il messaggio di papa Francesco. Il 4 ottobre una seconda “Laudato sii”
Le linee guida per il “Tempo del Creato” sono dettate nel messaggio di papa Francesco, il quale richiama tutti ad ascoltare il grido di chi è vittima dell’ingiustizia ambientale e climatica. E’ ora di porre fine alla guerra insensata al creato che sta distruggendo il nostro Pianeta.
Il Papa rievoca l’enciclica Laudato si’:
Il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta. L’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste stanno creando un innalzamento delle temperature e provocando gravi siccità. Spaventose carenze idriche affliggono sempre più le nostre abitazioni, dalle piccole comunità rurali alle grandi metropoli. Inoltre, industrie predatorie stanno esaurendo e inquinando le nostre fonti di acqua potabile con pratiche estreme come la fratturazione idraulica per l’estrazione di petrolio e gas, i progetti di mega-estrazione incontrollata e l’allevamento intensivo di animali. “Sorella acqua”, come la chiama San Francesco, viene saccheggiata e trasformata in “merce soggetta alle leggi del mercato”
Laudato sii (LS, n. 50)
Conversione ecologica: il creato, non oggetto da sfruttare ma dono da custodire
Quanto alle modalità per la costruzione di un mondo più equo e giusto tutti i cristiani sono esortati alla conversione del cuore, a trasformare gli abituali stili di vita e a modificare le inique politiche sociali. Trattasi della “conversione ecologica”, già sollecitata da S. Giovanni Paolo II, la quale presuppone un rinnovato rapporto con il creato, concepito non come oggetto da sfruttare, ma come dono da custodire. Un rispetto “ecologico” del pianeta che implica più direzioni relazionali: verso Dio, verso i fratelli, verso la natura e verso noi stessi.
Il cambiamento di “stili di vita” significa evitare gli sprechi e i consumi inutili, imparare a vivere con maggiore sobrietà, con un uso più moderato delle risorse e di prodotti e servizi ecologicamente e socialmente responsabili.
Un aspetto da tenere presente è che tra le varie specie di peccati sono da annoverare anche i “peccati ecologici”, non meno gravi degli altri, i quali oltre ai danni alla natura arrecano grave danno ai fratelli.
I responsabili delle nazioni, al contempo, hanno il compito di elaborare politiche più giuste ed eque, per porre rimedio a quelle errate politiche economiche che hanno favorito ricchezze scandalose per pochi e condizioni di degrado per molti. Si vuol ottenere, soprattutto, l’arresto dell’ingiustizia verso i poveri e gli ultimi, prime vittime del cambiamento climatico.
Il Santo Padre termina il suo messaggio con il riferimento al Sinodo sulla Sinodalità, la cui data d’inizio è proprio il 4 ottobre, in coincidenza con la chiusura del “Tempo del Creato”. Papa Francesco paragona la Chiesa a un grande bacino fluviale, con tanti affluenti grandi e piccoli: “La Chiesa è una comunione di innumerevoli Chiese locali, comunità religiose e associazioni che si alimentano della stessa acqua”.
E’ la prospettiva dell’unità e della comunione, dove ciascuno offre il suo contributo unico e insostituibile. Una Chiesa sinodale ed ecumenica, fonte di vita per tutti, che semina giustizia e pace in ogni luogo che raggiunge.
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