Hai ferito la terra, Signore,
e con essa hai plasmato la carne
che, colma del tuo amore,
custodisce come talamo fecondo
il respiro di nuova vita
che risplende di luce.
Si aprono le zolle, Signore,
della terra affamata
che accoglie i semi
da custodire e gustare
perché germoglino
come pane profumato.
Abbondanza di semina, Signore,
è la tua Parola per noi.
Tu, da instancabile contadino,
irrighi i solchi del cuore
con il tuo Verbo
che eleva verso i cieli.
La tua vita divina, Signore,
è già in quel seme che parla
e contagia aride terre
estirpando spine
togliendo pietre
arando strade.
Appassionato è il tuo parlare, Signore,
quale infaticabile innamorato
dei cuori segnati da cicatrici passate
da relazioni tradite
da affetti di un tempo andato
da ombre che offuscano il presente.
Continua senza misura la tua semina, Signore,
perché sia accolta
tra le pieghe dell’esistenza
perché torni grembo di vita
la Chiesa che rigenera
solchi dissodati.
✠ Don Pino
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