Sant’Eustachio è tornato tra noi

Dopo una lunga attesa, finalmente dopo quattordici anni, la statua restaurata di S. Eustachio ritorna a Matera per essere ricollocata sul tetto della sede del Conservatorio E.R. Duni in Piazza Sedile.

Le celebrazioni in suo onore si sono svolte il 20 maggio, dopo la celebrazione della Messa in Cattedrale da parte dell’arcivescovo Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, che ha poi benedetto la statua alla presenza di tanti cittadini, del Sindaco Domenico Bennardi, del Sindaco di Acquaviva delle Fonti Davide Francesco Ruggero Carlucci e dei rappresentanti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata. I lavori di restauro, durati quattro mesi, con l’utilizzo di procedure sofisticate e all’avanguardia – eseguiti dal consorzio “Kavaklik” specializzato in interventi di recupero e coordinati da Cristian Schneider – sono stati realizzati grazie ad un impegno economico di 35mila euro, in seguito ad un accordo tra la Sovrintendenza, l’Amministrazione Comunale e l’Istituto Centrale del Restauro.

Nel pomeriggio è stato siglato il Patto di Amicizia, nella sala degli specchi di palazzo Malvinni Malvezzi, tra il Comune di Matera, il Comune di Acquaviva delle Fonti e il Comune di Campo di Giove. Il Patto di Amicizia avrà una durata di cinque anni e avrà come obiettivo la promozione, la valorizzazione dei tre territori, in riferimento al patrimonio storico, culturale e artistico in generale e in modo particolare per la figura di Sant’Eustachio, patrono dei tre comuni.

Il Consorzio Kavaklik si occupa di conservazione, restauro e valorizzazione dei beni culturali e, in oltre trent’anni di attività, ha eseguito interventi su diversi tipi di opere e materiali, in particolare interventi su gruppi statuari, acquisendo riconoscimenti in importanti missioni internazionali in Europa ed Asia.

Nei giorni precedenti, in una conferenza stampa, sono state esposte le varie fasi dell’intervento, che hanno comportato una serie di difficoltà a causa delle precarie condizioni generali dei tre macro blocchi che componevano la statua. Il restauro ha comportato la ricostruzione del volto, del braccio sinistro, della mano destra, la collocazione di una lancia (grazie alla documentazione fotografica degli anni 70°) e l’utilizzo di materiali specifici, necessari a ridare stabilità (la lancia incrementerà questa funzione), resistenza alle intemperie e durata nel tempo che potremmo dire eterna.

Il restauro e rimessa in sito della statua di S. Eustachio sul palazzo del Conservatorio ci riporta alla memoria la storia del santo patrono (che si può approfondire al seguente link: http://www.rivistamathera.it/wp-content/uploads/2020/09/Petralla-Sant-Eustachio-protettore-di-Matera.-Alle-origini-di-un-antico-culto-min.pdf) e di un luogo importante nel passato e nel presente della città. Il palazzo fu costruito nel 1575, poi ristrutturato e ampliato nel 1779 in stile rinascimentale.

Fu sede del Municipio fino al 1944 e oggi sede del prestigioso Conservatorio di Musica, istituito nel 1965 e intitolato al musicista materano Egidio Romualdo Duni (1708-1775). Il palazzo presenta una facciata con due torri campanarie caratterizzate dalla presenza di un orologio e di una meridiana. Racchiude, in quattro nicchie, le quattro virtù cardinali e del buon governo: in basso a destra, si può ammirare una donna con ai piedi un serpente che simboleggia la prudenza, in alto a destra una donna che spezza una colonna che simboleggia la fortezza, in basso a sinistra una donna che versa dell’acqua in una coppa di vino che simboleggia la temperanza, in alto a sinistra una donna con in mano una bilancia e una spada che simboleggia la giustizia.

È più che evidente che queste statue oltre a una funzione decorativa, hanno la capacità di parlare a chi le osserva, comunicando quali dovrebbero essere le virtù di una buona e giusta amministrazione. E, come detto, troviamo collocate in alto, le statue di Sant’Eustachio, nome originario Placido, che dopo la conversione ricevette il nome di Eustachio (dal greco Eustáchios, cioè “che dà buone spighe”), protettore della città e Sant’Irene garante della pace, parola così importante in questi tempi di guerra che l’umanità sta vivendo.  

Il grande arco d’ingresso è tipicamente rinascimentale, a destra dell’androne si può ammirare un affresco raffigurante Carlo III a cavallo, mentre sulla volta si possono osservare dei dipinti rappresentativi delle bellezze del Regno di Napoli.

Nell’esprimere grande soddisfazione per il ritorno della statua di S. Eustachio, non possiamo non sottolineare ed evidenziare che si rende necessario un intervento sulla statua di Sant’Irene, completamente annerita dalle intemperie climatiche. E’ un intervento urgente da fare, come sottolineato da Mariagrazia Di Pede, funzionario della Soprintendenza, perché in chi osserva risulta in maniera inconfondibile una differenza di colore eclatante. Auspichiamo e sollecitiamo che l’intervento sia effettuato in tempi brevi e certi in modo da avere una visione cromatica uniforme.   

Scoprimento della statua di Sant’Eustachio rimessa in sito.

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Domenico Infante

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