Un umile sacerdote si racconta attraverso l’arte

Un contributo importante, in questo percorso sul tema “La Chiesa, l’arte e gli artisti”, ci viene donato da Mons. Vitantonio Telesca. Don Vito, come viene chiamato a Potenza, è nativo di Avigliano ed è sacerdote dell’Arcidiocesi di Potenza dal 1971. Nel 1976 ha conseguito la Laurea in Filosofia con indirizzo psico-pedagogico presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma e nel 1978 i vescovi di Basilicata gli affidano la direzione del Seminario Minore di Potenza. Nel 1990 è nominato Primo Rettore del Neo Seminario Maggiore di Basilicata. Termina il suo lungo servizio di educatore e responsabile della formazione dei futuri candidati al presbiterato nel giugno del 1994 ed è nominato Vicario Generale della Diocesi di Potenza - Muro Lucano - Marsico Nuovo. Don Vitantonio Telesca è un grande appassionato di arte sacra e, nel corso di quarant'anni, ha raccolto oltre 300 opere di arte pittorica e scultorea che sono ospitate nel Museo D’Arte Sacra e Contemporanea a Potenza. Il religioso ha messo insieme quadri frutto di donazioni e acquisti. La collezione esposta nel museo comprende quadri di artisti potentini e lucani degli ultimi quarant’anni (Cafarelli, Lovisco, Santoro, Cosenza, Moles) e di precedenti generazioni (Tricarico, Ranaldi, Castaldo), ma anche di artisti italiani e internazionali.

Io sono un sacerdote vicinissimo al compimento dei miei 78 anni, precisamente il 27 marzo prossimo, e questa tua richiesta per la rivista LOGOS, della Diocesi di Matera-Irsina, mi interessa anche se faccio fatica a stare dinanzi al computer: le tue domande mi rimandano a un tempo assai lontano e precisamente nell’anno 1978, al giorno 9 maggio in cui Aldo Moro fu ucciso dalle brigate rosse.

In quel mattino sedevo a Milano con Domenico Purificato nella direzione dell’Accademia di Brera ‘quanto dire’; un terremoto spirituale interruppe il nostro colloquio sulla mia iniziativa a Potenza, e precisamente nel Seminario Pontificio Regionale di Potenza: “offrire ai ragazzi e ai giovani liceali una esperienza educativa sull’arte, precisamente quella della pittura”.

Ho incontrato tanti altri artisti in primis nella città di Milano e via via nei tanti anni in cui ho costruito questo itinerario artistico (e anche molto sportivo con il calcio, mio amore) della mia vita sacerdotale, durante il tempo di servizio ai Seminari, Minore e poi Maggiore, della Basilicata e dal 1993 -2022 nel ministero di Vicario Generale della mia Arcidiocesi di Potenza.

L’Omelia di Paolo VI, con tutte le disanime bellissime con cui interviene sull’arte, sugli artisti, su se stesso, nonché sulla chiesa tutta, diventa un messaggio di una qualità epocale, che ad oggi è ancora un grande dono per gli artisti di questo tempo.

Tante sono, in primis, le chiese in ITALIA che sono state vestite da novella architettura, che ha amato sposarsi nei tanti nuovi quartieri delle città o paesi italiani con un bianco similare per tutte le parrocchie. Le difficoltà economiche non aiutano affatto oltre il dono dell’otto per mille, rigorosamente assegnato dalla CEI, non esistono grandi risorse per l’arte.

Il cristiano di ogni parrocchia fa fatica per un obolo pesante, per cui il parroco di ogni nuova chiesa non è nelle condizioni di pensare se chiamare i Giotto, Michelangelo, Raffaello, Leonardo da Vinci…

 Tutto questo “cammin facendo” il parroco potrà solo recuperare come riscaldare la chiesa nel tempo invernale e difficilmente può sognare che qualche mecenate possa andare a bussare per far dono per ciò che “inficit “.

Infine molto interessante è la relazione con l’architetto su quanto è attinente il progetto della chiesa: il parroco ha il dovere di dialogare, consigliarsi con dare e ricevere, anche con le stesse maestranze.

ll Vaticano? come non potreste immaginare che chi va a bussare al Vaticano, non per spilorceria, non può aprire alcuna porta? Non avete ascoltato come Papa Francesco ha chiesto ai cardinali di dare il proprio obolo per la permanenza nei loro appartamenti?

Dulcis in fundo! Nel grande quartiere di Potenza, parrocchia “Gesù Maestro”, molto tempo dopo la costruzione della chiesa affidata ai “Discepoli di Gesù”, religiosi da molti anni in Potenza, in una chiesa tutta bianca fuori e dentro, un giovane pittore molto bravo ha dipinto su dimensioni reali, personaggi tratti da bellissime scene del Vangelo.

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Domenico Infante

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