“Ecco ora il momento favorevole”
Dalla seconda lettera di S. Paolo ai Corinti (2Cor 6,2)
Quaranta giorni come…
Inizia oggi la Quaresima, «mistero dei quaranta giorni» (cf. Inno per l’Ufficio delle Letture).
Se prendiamo un calendario e contiamo le giornate che intercorrono da oggi sino al sabato santo, tolte le domeniche in cui ricade la “Pasqua settimanale”, sono quaranta!
Esattamente come:
- quel tempo in cui Dio fece piovere sulla terra ai tempi di Noè (cf. Gen 7, 4): pertanto la Quaresima rappresenta per la nostra vita tempo di purificazione, di morte di tutto il male, come fu illo tempore sotto le acque del diluvio;
- il tempo di attesa di Mosè sul Sinai per incontrare Dio (cf. Es 24,18; 34,28; Dt 9,9.18; 10,10): perciò la quaresima è anche tempo di preparazione a stringere un’alleanza;
- il cammino di Elia verso il monte Oreb (cf. 1Re 19,8): perciò tempo di attesa che Dio ci si riveli;
- della predicazione profetica di Giona a Ninive (cf. Gn 3,4), ossia tempo di ravvedimento;
- del tempo di prova trascorso da Cristo nel deserto (cf. Mt 4,2; Mc 1,13; Lc 4,2), dunque tempo di impegno a vincere le nostre debolezze;
- i quarant’anni di esodo nel deserto per l’antico Israele (cf. Dt 2,7; Gs 5,6), per cui ci conviene riflettere che il cammino verso la ‘terra promessa’ può diventare oltremodo lungo, irraggiungibile sino alla fine della vita come fu per Mosè la terra promessa se non ci decidiamo per Dio.
Alle origini di questo tempo liturgico
Se la Pasqua era celebrata, pur con diverso significato, già prima di Cristo, la prima attestazione della Quaresima risale al quinto canone del Concilio di Nicea (325 d.C.).
S. Girolamo (347-420) è il primo testimone del tempo quaresimale caratterizzato dal digiuno e con indole penitenziale (Lettere 22,35; 24,4).
I caratteri ascetici e morali, il digiuno e l’esercizio delle virtù sono le costanti dei sermoni quaresimali di S. Leone Magno (390-461).
In tutto il primo millennio la Quaresima era tempo:
- dell’elezione dei ‘catecumeni’ che desideravano prepararsi ad un cammino battesimale e degli scrutini: il presbitero e la comunità valutavano la validità del cammino percorso e lo ammettevano i sacramenti dell’iniziazione;
- del percorso di purificazione per i penitenti pubblici che, al termine del tempo penitenziale, il giovedì santo mattina, erano riconciliati dal vescovo e riammessi nella comunione ecclesiale.
Alla fine del I millennio, l’indebolimento del catecumenato e la scomparsa della penitenza pubblica affermarono la dimensione ascetico-penitenziale individuale su quella battesimale e comunitaria.
Il Vaticano II ha ripristinato la genuina natura battesimale e penitenziale comunitaria nella prospettiva pasquale.
Il cammino liturgico domenicale di quest’anno (ciclo A) ci propone proprio alcuni dei passi evangelici tipici dell’ultimo tratto del percorso – di solito triennale – di preparazione dei catecumeni al Battesimo: dopo il deserto con le tentazioni (1^ domenica, Mt 4,1-11) e la trasfigurazione (2^ domenica, Mt 17,1-9), che ricorre ogni anno, i vangeli sono quello della Samaritana (3^, Gv 4,5-42: “un’acqua che zampilla per la vita eterna”), del cieco che si spalma del fango sugli occhi e si purifica nella piscina di Siloe (4^, Gv 9, 1-41: “Andò, si lavò e tornò che ci vedeva”) e di Lazzaro (5^, Gv 11, 1-45: “Io sono la risurrezione e la vita”).
Rimane certamente il carattere kairologico della Quaresima come “tempo opportuno”, “momento favorevole” per prepararsi a celebrare la Pasqua. Che come ogni grande evento richiede una preparazione per essere vissuto a pieno.
Dal messaggio del Papa: l’icona del Tabor
«L’annuale cammino di penitenza della Quaresima è il tempo di grazia, durante il quale si sale al monte santo della Pasqua» (Caeremoniale episcoporum, n. 249).
Proprio di un monte ci parla il messaggio del papa per questa Quaresima: il Tabor, monte della Trasfigurazione, prefigurazione della Resurrezione. Una pericope che ritorna ogni anno nella seconda domenica di Quaresima.
Gesù vi salì con Pietro, Giacomo e Giovanni: insieme! Una parola che è diventata d’ordine per le Chiese italiane di quest’anno, in cammino “sinodale”.
Nel “ritiro” sul monte Tabor, Gesù porta con sé tre discepoli, scelti per essere testimoni di un avvenimento unico. Vuole che quella esperienza di grazia non sia solitaria, ma condivisa, come lo è, del resto, tutta la nostra vita di fede.
Gesù «fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17,2). Ecco la “cima”, la meta del cammino. Al termine della salita, mentre stanno sull’alto monte con Gesù, ai tre discepoli è data la grazia di vederlo nella sua gloria, splendente di luce soprannaturale, che non veniva da fuori, ma si irradiava da Lui stesso. La divina bellezza di questa visione fu incomparabilmente superiore a qualsiasi fatica che i discepoli potessero aver fatto nel salire sul Tabor. Come in ogni impegnativa escursione in montagna.
[…] La voce dalla nube dice: «Ascoltatelo» (Mt 17,5). Dunque la prima indicazione è molto chiara: ascoltare Gesù. La Quaresima è tempo di grazia nella misura in cui ci mettiamo in ascolto di Lui che ci parla. E come ci parla? Anzitutto nella Parola di Dio, che la Chiesa ci offre nella Liturgia: […] Poi, il Signore ci parla nei fratelli. Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2023
Dal messaggio dell’Arcivescovo: un invito al silenzio
Inviti al ritiro e all’ascolto quelli del messaggio del papa.
Inviti al silenzio, che è lo spazio che ci consente l’ascolto, e alla contemplatività tipica di Maria di Betania, oltre che di Maria di Nazareth, quelli del nostro Arcivescovo nel suo messaggio:
Lungo il percorso quaresimale cerchiamo quotidianamente un po’ di tempo per fare silenzio, ascoltare il brano del vangelo del giorno, assaporare la Parola per poi concretizzarla nel servizio ai fratelli, in gesti concreti.
Messaggio di Mons. Caiazzo per il Tempo di Quaresima
Dalla tradizione della Chiesa: digiuno, carità e preghiera
Questi gli “ingredienti” che caratterizzano ogni Quaresima, che ascolteremo anche stasera a Messa nel Vangelo, caratteristiche che la liturgia ci invita a vivere nel silenzio.
State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dal Vangelo di Matteo (Mt 6,1)
Digiuno che non è solo l’astinenza da un pasto il Mercoledì delle Ceneri e il venerdì santo e dalla carne ogni venerdì, ma da tutto quello che ci allontana da Dio. Se il digiuno volontario ci fa comprendere la fame che prova chi non per sua scelta non può mangiare, privarci d’altro ci fa capire che rinunciare ci rende persone più libere e ci fa comprendere chi per scelta non propria vive determinate povertà.
Quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; […] e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Dal Vangelo di Matteo (Mt 6,18)
Carità che è esercizio contro l’egoismo (è riconosciuto che la forma più vera di altruismo è il dono del tempo).
Mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Dal Vangelo di Matteo (Mt 6,4)
Preghiera che è dialogo ed ascolto del Signore, che ci guida a rinnegare il male e a giungere in tempo a destinazione, che è la cima del Tabor dove Egli si trasfigurerà.
Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Dal Vangelo di Matteo (Mt 6,6)
Nella nostra Chiesa
Una novità per questa Quaresima, dal 12 febbraio u.s. il nostro pastore è anche amministratore apostolico della Diocesi di Tricarico. Le due Diocesi, che ora possiamo dire “sorelle” sono unite “in persona Episcopi”.
E nello stesso tempo, nella nostra Chiesa fervono tante iniziative in un periodo di ripresa post-pandemico: nella parrocchia di S. Antonio l’ostensione di una copia della sindone accompagnata da 5 interessanti conferenze, nella parrocchia di S. Giacomo sta prendendo avvio il progetto della “Piccola Lourdes”, E continuano gli eventi culturali della Coop. Oltre L’arte che l’1 marzo apre il primo sito da sé curato a Craco nonché le catechesi liturgiche della parrocchia S. Agnese a cui abbiamo già dato risalto in precedente articolo.
Allora, cari lettori di Logos, l’augurio di una santa Quaresima, “momento favorevole” verso la Pasqua fatto di “sinodalità”, silenzio, preghiera, digiuno e carità, ancor prima che di partecipazione ai tanti incontri offerti dalla nostra Diocesi, per celebrare la Pasqua nella gioia e nella felicità.
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