In occasione della ricorrenza di San Giovanni Bosco a Marconia si inaugurano le nuove vetrate artistiche nella chiesa

La parrocchia san Giovanni Bosco in Marconia di Pisticci si prepara alla celebrazione della festa del santo Patrono e al XXV Anniversario della Dedicazione della Chiesa. Quale occasione più bella per portare a termine l’impianto iconografico della Chiesa, costituito da 12 vivaci e colorate vetrate istoriate.

Le ultime, in fase di installazione, saranno inaugurate proprio il 31 gennaio p.v. all’inizio di una solenne celebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Matera – Irsina, Mons. Giuseppe Antonio Caiazzo.

Da sempre la Chiesa ha evangelizzato attraverso l’arte, dipingendo le pareti delle chiese con imponenti cicli pittorici, raffiguranti scene della Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, Vita dei Santi, e che hanno rappresentato una vera e propria catechesi per immagini, la così detta “Bibbia dei poveri”.

Anche la Chiesa di Marconia, riedificata e inaugurata venticinque anni fa, sin dall’inizio ha inteso raffigurare scene del Vangelo attraverso il linguaggio della vetrata.

La prima vetrata, al tempo della costruzione della Chiesa, è stata il Rosone raffigurante Maria Assunta in cielo. Poi negli anni successivi sono state realizzate, alla destra del presbiterio, due vetrate, alte oltre sette metri, raffiguranti le Nozze di Cana e la Pentecoste. Alla sinistra del presbiterio altre due vetrate: la Crocifissione e l’Ultima cena. Nei catini del transetto, a destra la Natività e a sinistra il Battesimo di
Gesù.

Per ricordare l’anno di san Giuseppe, 2021, sono state realizzate, a destra dell’assemblea, le vetrate dell’Annunciazione e del Sogno di san Giuseppe.


Da ultimo, in questi giorni, alla sinistra dell’assemblea: Le beatitudini e la Trasfigurazione, mentre, la cappella dedicata a san Giovanni Bosco è corredata dalla vetrata raffigurante la Creazione, ispirata alla Laudato si’ di papa Francesco.

Gratitudine immensa va alla Comunità tutta che nel tempo, con la propria generosità, ha permesso di poter realizzare tanto lavoro.

Un ringraziamento particolare va ai Padri Maristi che hanno curato le prime sette vetrate; alla ditta Vetrate artistiche fiorentine, nella persona di Francesco e Paolo, per la professionalità e la celerità nella realizzazione, ai Comitati Festa Madonna delle Grazie che hanno contribuito nel realizzare due vetrate e, infine, a quanti guardandole si soffermeranno non solo ad ammirarne la bellezza ma a contemplare e a meditare sui Misteri che ripresentano.

La vetrata delle Beatitudini
Il Vangelo di Matteo al capitolo 5, nel discorso della montagna, elenca otto beatitudini, un programma di vita cristiana, che i Santi hanno realizzato in pieno, conformandosi in tutto al Signore Gesù.

La vetrata, infatti, oltre al Maestro, Gesù, raffigura il volto di dieci Santi e Beati. Dall’alto: san Giovanni Paolo II e Santa Teresa di Calcutta, San Josè Escriva de Balaguer e san Giuseppe Moscati, Santa Gianna Beretta Molla, Beato don Pino Puglisi, Beata Chiara Luce Badano, Beato Carlo Acutis, Beato Piergiorgio Frassati, Beato Rosario Livatino.

Un cartiglio riporta una per tutte le beatitudini: “Beati gli artigiani di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”. L’ultimo pannello in basso, ora solo con vetri colorati, sarà completato con l’immagine del Venerabile don Tonino Bello.

La vetrata della Trasfigurazione
La scena evangelica della trasfigurazione, profezia della imminente Pasqua del Figlio di Dio, riporta tutti i personaggi presenti nel racconto: Gesù in vesti bianche, Mosè con in mano le Tavole della Legge ed Elia con un rotolo profetico, Pietro, identificato dalle chiavi, Giovanni dal volto di ragazzo, Giacomo che contempla
estasiato. Gesù, raffigurato come risorto, con nelle mani il segno dei chiodi, esprime bene il senso della Trasfigurazione come anticipo della Pasqua.

La vetrata del Creato
La cappella di san Giovanni Bosco, all’ingresso della Chiesa, è corredata da una vetrata che raccoglie, in un vortice di luce e di colori, tutta la Creazione, fino a raffigurare in alto il cielo di Dio, il paradiso. Dal mare abitato da pesci e sormontato da un sole infuocato, alla terra ricca di semi da cui germoglia l’albero della vita, al di sopra campeggia la colomba della pace, il cielo stellato e la luna, e il cielo dorato.

La varietà dei colori, dei volti, dei segni ben esprime la ricchezza e la vivacità della comunità parrocchiale che dalla sua fondazione ha fatto tanto cammino, guidata all’inizio da don Amedeo Forte, per un breve periodo dall’allora don Pierino Tamburrano, e per quarantasei anni dai Padri maristi.

Tante opere sono state realizzate ma, soprattutto, tanta grazia di Dio ha arricchito le anime e rende ancora oggi viva e feconda, anche di vocazioni, tutta la parrocchia.

A Dio, datore di ogni bene, al Figlio Gesù salvatore e allo Spirito Santo sia gloria
nei secoli dei secoli.

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Redazione

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