In cammino i giovani verso Lisbona, come i Magi verso Betlemme
Da poco è passata la solennità dell’Epifania e ci fa piacere ricordare la mezza giornata di spiritualità che lo scorso 27 dicembre, oltre 30 giovani 14-35 anni, ha avuto come protagonisti i Magi.
È una bella e utile tradizione quella del servizio diocesano di Pastorale Giovanile che ogni anno raduna i giovani della Diocesi tra Natale e Capodanno per proporre loro un momento di spiritualità nel baccano delle feste e nella tregua dagli impegni scolastici e sportivi.
Quest’anno un momento inserito nel cammino che i giovani della Diocesi stanno compiendo verso la GMG di Lisbona, dopo i due pomeriggi già vissuti a Pisticci, sotto la guida della figura di Abramo, e nella parrocchia Cristo Re di Matera, al seguito di Maria di Nazareth.
Prima tappa a S. Chiara. L’incenso dell’offerta di sé
A fare da rompighiaccio il coinvolgente racconto di Luca Iacovone – direttore della casa di riposo “Brancaccio” – su un’esperienza di cammino, come i magi, ma nel suo caso verso Santiago di Compostela. Partire con l’idea di effettuare questo percorso da solo si è rivelata un’idea infattibile, prima per un bisogno “pratico” di non poter non dare indicazioni a chi gliele chiedeva, poi per un bisogno di condivisione. Da qui la prima domanda-spunto di riflessione che Luca ha lasciato ai ragazzi: mai un cammino si fa da soli. Quali sono i fratelli che Dio ha posto sul mio cammino?
L’incenso, il tema del suo racconto: un grande turibolo alto oltre 20 metri da terra oscilla con un sistema di carrucole nella cattedrale di Santiago. Profumo che avrebbe dovuto ricoprire il cattivo odore dei pellegrini alla fine di un cammino in cui le occasioni per lavarsi erano mancate, come in antico si usava per coprire i cattivi odori prodotti dalla bruciatura delle vittime immolate sul fuoco. L’incenso rende gradevoli i nostri atti di bene che alle volte puzzano di “noi”.
Da qui l’altra domanda-pista di riflessione per i ragazzi (un altro, triplice, spunto di riflessione precedente potete ascoltarlo dal primo video): quando, nella vostra vita, avete sentito il profumo dell’incenso che ha trasformato un’esperienza sgradevole in incontro con Dio e i fratelli?
Dopo questi spunti, il momento successivo è stato per la preghiera, guidata dal racconto di Matteo sui Magi: alla sequela di una stella dedicarono il loro tempo al viaggio verso una meta apparentemente irragionevole, portando doni dal significato incomprensibile.
Come i ragazzi che la mattina dello scorso 27 dicembre hanno scelto di partecipare allo Spritz Joy donando al Signore quel tempo che sembra non bastare mai. A significare quest’offerta di tempo, i ragazzi hanno posto sulla balaustra dell’altare i propri orologi e hanno spento i cellulari, che spesso ci incatenano in un mondo in cui non siamo in “modalità dono” e ci distraggono dal rapporto col Signore e col nostro io più profondo.
Non di meno, come i magi hanno portato un dono al Signore, anche ai nostri ragazzi è stato chiesto di allenarsi a riconoscere in cosa possono essere loro stessi dono. Così, hanno scritto su una stellina adesiva che hanno posto su un cielo azzurro la capacità che li rende principalmente dono.
Infine, la luce: come quella stella che apparve, poi scomparve e infine riapparve dopo che, lasciato Erode, i Magi si rimisero in cammino, così dopo la recita all’unisono di una preghiera è stato consegnato un lumino ai ragazzi.
E in tanti terzetti di Baldassarre, Melchiorre e Gaspare, i ragazzi si sono portati verso la seconda tappa.
Seconda tappa a S. Pietro Caveoso. L’oro dell’amore.
Un primo momento ha impegnato i terzetti riflettere sulle domande proposte da Luca a S. Chiara.
A seguire, la testimonianza di Giuseppe David, in arte Charlie, e Ilenia Amati. Tante GMG, a partire da Roma 2000 a cui ha partecipato Ilenia, di cinque vissute insieme e l’ultima come viaggio di nozze. L’importanza di incontri apparentemente fortuiti qual è stato quello tra Charlie e don Massimo, una storia che attraverso gli incontri tesse la provvidenza come una filigrana dando ad Ilenia chiarezza sulla facoltà universitaria da scegliere e preparandola ad affrontare la malattia della sorella e dei genitori, nonché l’importanza di partecipare ai gruppi, in parrocchia e alle GMG, per formarsi e condividere la fede anche quando la stanchezza si fa sentire, sono stati gli input che le loro testimonianze ci hanno offerto.
Terza tappa a S. Agostino. La mirra per sanare le ferite e le ombre di morte.
A S. Agostino ci ha raggiunto Mustafà, 21 anni, somalo, in Italia da 8. Una storia di fughe dal proprio paese per la guerra civile, la paura dei bianchi, il dolore e, soprattutto, la fatica e la forza di combattere… da solo, senza genitori. Ne riportiamo la diretta.
Arricchiti da preghiere, gesti eloquenti, momenti di riflessione sulla propria vita e tanto altro… tutti a pranzo da Enjoy!
Per chi voglia vedere i video integrali, qui tagliati per ragioni editoriali, li trova su Facebook alla Pagina Pastorale Giovanile Matera oppure li può richiedere alla redazione con un messaggio nel box commenti.
Conclusione: una giornata bella (oltre che per il sole smagliante che ci ha accompagnato nel percorso!), ricca e arricchente, ben strutturata, giustamente impostata in modo itinerante perché aveva a tema il cammino – in quanto in movimento è stata anche più vivibile: più proposte fatte tutte nello stesso luogo avrebbero annoiato e reso irrequieti i ragazzi – tale da consentire ai ragazzi di più realtà di conoscersi, di confrontarsi, di dedicare insieme del tempo al Signore, di apprendere storie di vita nuove.
Forza, Pastorale Giovanile della Diocesi di Matera, di bene in meglio!
Alla prossima!
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