Ricordi sempre vivi del Congresso Eucaristico Nazionale

E' terminato da oltre 3 mesi il Congresso Eucaristico Nazionale, ma se ne parla ancora nelle Diocesi con entusiasmo. E' bene che a distanza di tempo l'evento non sia stato dimenticato. E ci auguriamo che oltre i ricordi, altri frutti di questo evento della nostra Chiesa italiana possano rimanere vivi e moltiplicarsi nel futuro.

Eventi memorabili di un anno appena concluso…

Uno spiegamento di oltre 300 volontari e un numero di partecipanti che ha superato le 2700 unità, tra Delegati delle diverse diocesi e pellegrini.

Ancora a distanza di mesi si parla di Matera e del Congresso concluso oltre tre mesi fa.

(Foto: M. Pacini)

Si riportano di seguito alcune delle testimonianze che sono giunte nel frattempo in Redazione.

Grazie a tutti e ottimo ricordo di tutto!

Testimonianza di una pellegrina di Padova
Ritorno a Padova, da Matera dopo aver partecipato ad un evento ecclesiale di notevole portata. Estremamente importante per la mia vita di credente e cattolica praticante. Matera mi ha accolta in maniera eccellente e ringrazio, in primis Sua Eccellenza il Vescovo, don Pino, che ha permesso di ospitare il Congresso Nazionale Eucaristico; ringrazio tutto l’entourage impiegato. Organizzazione perfetta sotto ogni profilo. Ho percepito un grosso lavoro di squadra, e ringrazio quanti ci hanno fatto vivere questo momento di studio e riflessione con la tranquillità e serenità di animo. Bravissimi tutti i relatori ecclesiastici. Eccellenti tutti i volontari, che come angeli custodi ci hanno assistito con amore e accoglienza fraterna, assicurandoci ad ogni passo tutto il necessario (informazioni, acqua, assistenza in genere, pasti) e naturalmente un grazie a tutte le forze dell’ordine che hanno dedicato, in maniera encomiabile, tutte le loro risorse a noi pellegrini, per garantirci di vivere tutto il Congresso in tranquillità, sin dalla serata inaugurale, fino alla conclusione, con la Messa del Papa. Le strade di Matera erano pervase dal profumo del Pane e credo che ad ognuno di noi pellegrini, è stato offerto il vero significato del tornare al gusto del pane. Ritornare a casa, arricchita nello spirito essendo io stessa inondata da spunti, per confermare che solo vivendo l’Eucaristia, siamo invitati, prima di tutto a volgere il nostro sguardo e tendere la mano al nostro fratello, nello spirito della condivisione più piena senza artifizi o suggestioni effimeri. Torniamo al gusto del pane, essenza del nostro essere tutti figli di un solo Padre. Grazie a tutti.
Lucia Monopoli

Tre giorni indimenticabili… anche a distanza di tempo

Testimonianza di Alberto, pellegrino al 27° CEN, funzionario all’Agenzia delle Entrate – Parrocchia S. Giuseppe Artigiano – Matera

Da tempo avevo sentito parlare dello svolgimento del Congresso Eucaristico nella mia città, ed attendevo questo evento, incuriosito ed attratto. Sembrava ancora lontano, quando è stato annunciato;  ma, si sa, il tempo passa veloce ed il momento del Congresso è subito arrivato.

La mia partecipazione è iniziata con la celebrazione del venerdì mattina presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano, presieduta da S.E. Mons. Salvatore Ligorio, che con piacere ho potuto rivedere di persona.

La mattinata è poi proseguita con la intensa meditazione di S.E. Mons. Gianmarco Busca, su cui, successivamente, ognuno ha potuto fare delle osservazioni, dapprima individuali, e poi di gruppo. A tal proposito, è stato molto interessante confrontarsi direttamente sia con fedeli provenienti da altre realtà diocesane, che, nel contempo, anche con sacerdoti e vescovi.

Nel pomeriggio, la partecipazione alla Via Lucis, di cui avevo spesso sentito parlare, ma che non avevo mai avuto modo di seguire, mi ha dato la possibilità di meditare su alcuni momenti significarvi della vita di Gesù, ripercorsi attraverso una processione presieduta da S.E. Mons. Antonio G. Caiazzo accompagnato da alcuni membri del clero, con l’assemblea che seguiva nella suggestiva cornice di Piazza San Pietro Caveoso.

(Foto: M. Pacini)

Il sabato, ho poi potuto partecipare ad un’altra celebrazione presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano, seguita dalla profonda meditazione della professoressa G. De Simone.

Altro momento molto coinvolgente, la processione Eucaristica, con canti di sottofondo che accompagnavano tutto il percorso (su tutti, molto bello l’Inno del Congresso); la lunga fila del clero e dei fedeli, di cui quasi non si vedeva la fine, e poi l’esposizione del Santissimo in Piazza S. Francesco.

Fino ad arrivare alla tappa conclusiva del C.E.N., la Messa presieduta da Papa Francesco.

La sveglia all’alba per raggiungere  in fretta lo stadio, insieme a tanta altra gente che riempiva, insolitamente, le strade della mia città di prima mattina; l’emozione di vedere il passaggio del Pontefice nella “Papa mobile” a pochi metri di distanza, e poi la celebrazione, di cui ricordo, in particolare, l’omelia ed il suggestivo coro.

Tutti questi momenti descritti, mi hanno dato il senso di Comunione  che caratterizza tutte le celebrazioni Eucaristiche, facendomi pensare a tanti fedeli, provenienti da svariati luoghi, che formano un corpo solo, la Chiesa.

Giorni vissuti che porterò per sempre dentro di me.

Alberto Manicone

Mandati a Matera come in missione: i delegati della Diocesi di Fidenza

Contributo di Martina Pacini

La Diocesi di Fidenza ha preso parte ai lavori del XXVII Congresso Eucaristico nazionale sul tema “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale” che ha avuto luogo a Matera con una delegazione composta da 5 persone: don Marek Jaszczak, Vicario per la Pastorale e delegato vescovile; Martina Pacini, referente diocesana per il cammino sinodale e vice-direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali; Vincenzo Cristaldi, giovane seminarista; Pietro Cavalli, giovane ingegnere attivo all’interno di una popolosa parrocchia cittadina ed educatore del gruppo post-Cresima; Elena Gallicani, maestra in una scuola elementare e catechista in parrocchia.

Qui di seguito le impressioni, le emozioni e i pensieri che i delegati hanno riportato a casa da questa bellissima e ricchissima esperienza.

Un cuor solo e un’anima sola

I quattro giorni passati a Matera come delegati diocesani durante il XXVII Congresso eucaristico italiano sono stati caratterizzati da grandi esperienze spirituali e relazionali allo stesso tempo. Fin dalla partenza nutrivamo grandi aspettative per questi giorni. Gli incontri sinodali tra le Chiese sono sempre momenti di aggregazione e di incontro con il Signore ma anche con gli altri fedeli. La possibilità di porci davanti al Signore è sempre occasione di “riscoperta” di quel pronunciato all’inizio del cammino: un cammino nel quale diventa chiaro che il centro di tutto è l’Eucaristia, intesa come presenza reale e sostanziale di Cristo con noi e in noi. Presenza che si radica anche nelle altre persone che ci stanno accanto. Ed è questo l’altro aspetto molto bello dei giorni passati a Matera: l’incontro con gli altri. In questi quattro giorni abbiamo potuto conoscere tante persone e parlare con loro. Abbiamo ascoltato il loro vissuto: storie di vocazioni, storie di conversioni, storie di difficoltà, storie di gioie. Tutte accomunate dal fatto di essere storie di cammino: cammino verso il Signore. Una ricchezza che portiamo a casa dalle giornate a Matera è sicuramente il fatto che noi cristiani siamo presenza viva nelle nostre comunità e ognuno è diverso dall’altro, con le proprie caratteristiche e la propria storia, ma davanti all’eucaristia diventiamo un solo corpo. Davanti al Cristo crocifisso e risorto, che si fa Pane spezzato per noi, diventiamo tutti fratelli e sorelle in quanto siamo figli e figlie di Dio. Questa è la bellezza dell’Eucaristia e la grandezza del dono di Gesù per noi.

L’incontro con Papa Francesco

L’esperienza del Congresso Eucaristico nazionale ha ricordato per alcuni tratti quella vissuta in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù: entrambe sono esperienze che mettono in contatto con il popolo di Dio che cammina insieme pur provenendo da parti diverse d’Italia e con un bagaglio culturale diverso.

Il tempo trascorso a Matera è stato tempo di qualità: c’è stato spazio per riflessioni, catechesi, testimonianze e sono emersi molti spunti interessanti per la meditazione personale. Ci hanno molto colpito le parole pronunciate da Papa Francesco durante la celebrazione conclusiva del Congresso. Alla luce delle sue parole portiamo con noi il desiderio di non dare per scontato nulla nella nostra vita quotidiana.

Abbiamo potuto anche comprendere meglio che l’Eucaristia è il desiderio dell’abbraccio di Dio e ci siamo interrogati sul significato ultimo di avvicinarci alla Comunione: questo gesto, che non è affatto automatico, è la consapevolezza di accogliere dentro di noi il dono grande che è Cristo, e occorre farlo con il cuore leggero.

Uniti in preghiera

Durante i giorni a Matera abbiamo vissuto la realtà di una Chiesa bella e innamorata di Gesù Eucarestia. Una umanità riunita in preghiera. E’ stato molto bello poter apprezzare la ricchezza delle diversità: tutti riuniti davanti a Cristo nonostante età diverse, origini diverse e culture diverse. Ritornare al gusto del pane ci ha permesso di scorgere la presenza di Cristo attraverso le fragilità umane. Tutto quanto è stato vissuto in questi giorni non è stato il ripetersi di un atto formale, ma la riscoperta di Cristo incarnato in tutti, a partire dai soggetti più fragili.

Inviati alla missione

Desideriamo ringraziare di cuore il Vescovo di Fidenza, mons. Ovidio Vezzoli, che ha scelto i nostri volti per rappresentare la ricchezza della Diocesi di Fidenza: “Questa ricchezza deriva dal fatto che non ci siamo autocandidati, ma siamo stati mandati, come in missione. E la stessa ricchezza abbiamo notato nei volti degli altri delegati diocesani. E desideriamo ringraziarci anche tra di noi, compagni di viaggio, per il clima fraterno che ha caratterizzato la nostra permanenza a Matera: una ricchezza che non intendiamo disperdere, ma che desideriamo valorizzare sempre meglio. E’ il compito che ci attende nei prossimi mesi perchè il cammino sinodale non dimentichi mai di avere al centro Gesù eucaristico, fonte e culmine della vita cristiana”.

Essere noi stessi pane di tutti e di ciascuno

Testimonianza di una coppia di Asti

“Ci raduni Signore intorno alla mensa,

ci doni di tornare al gusto del pane”.

Sono queste le parole dell’Inno che hanno scandito le giornate dedicate al Congresso Nazionale Eucaristico 2022.

Le celebrazioni e i momenti di riflessione, confronto e condivisione: giornate formative che; attraverso le attività proposte, ci hanno portato a meditare sul valore del “pane”. Il pane nutre e preserva, unisce e distingue. Attraverso il cammino sinodale siamo chiamati, infatti, a ritrovare il gusto del pane facendo sì che sia di tutti e di ciascuno.

In quest’ottica la Chiesa assume un compito importantissimo che è quello di costruire ponti tra culture e relazioni.

Il confronto con vescovi, sacerdoti, diaconi e laici provenienti da diverse realtà ecclesiali, ha maturato in noi il nostro voler essere pane nella quotidianità alimentando la volontà di saperci spezzare e donare agli altri. Perché ciò sia possibile è necessario mettere in pratica l’invito del cardinale Zuppi “a riscoprire la Chiesa sempre come una famiglia: l’Eucarestia sono i fratelli e le sorelle che diventano comunione perché uniti da Gesù”.

Siamo stati colpiti dalla partecipazione composta e silenziosa di tanti fedeli ad alcuni momenti quali la Via Lucis tra i Sassi di Matera e la processione eucaristica lungo le vie cittadine. Quest’ultima, accompagnata da preghiere, canti e meditazioni, una bellezza aggiunta è stata vedere il lancio di petali di rose dai balconi al passaggio del Santissimo e lenzuola di stoffe pregiate, finemente ricamate, svolazzare al vento quasi come segno di saluto. L’arrivo sul sagrato della chiesa di san Francesco d’Assisi, l’esposizione e adorazione del Santissimo Sacramento è stato un momento di preghiera personale profonda, al termine del quale Mons. Antonio G. Caiazzo, arcivescovo di Matera –Irsina, ha ricordato l’importanza di adorare e servire Gesù e a commuoverci servendo la vita, sempre e comunque. Non si può adorare Cristo presente nell’Eucarestia sfuggendo quel senso di responsabilità che ci fa sentire pane spezzato e vino versato aiutando la dignità in ogni corpo abusato, violentato, calunniato, ucciso. Noi cristiani nel mondo siamo chiamati ad essere sale, luce, lievito che fa fermentare ogni cosa.

Il Congresso Eucaristico, ha raggiunto il culmine di bellezza con la celebrazione di Papa Francesco allo stadio Comunale con una partecipazione di circa 12.000 fedeli. Il momento dell’attesa dell’arrivo del Pontefice è stato vissuto in un clima di serenità, compostezza, fraternità e allegria in cui è stato possibile scambiarsi anche le impressioni vissute nei giorni del Congresso. Indubbiamente l’arrivo del Santo Padre a bordo della “papa-mobile” e il suo passaggio nei corridoi tra i fedeli ha generato la nostra commozione, abbiamo cercato di incrociare il suo sguardo, rispondere al suo sorriso e al suo saluto paterno. Le parole dell’omelia di Papa Francesco hanno racchiuso, come una cornice preziosa, i contenuti del Congresso. Non sono mancati i riferimenti al popolo Ucraino e a tutti i popoli che vivono situazioni di difficoltà, ribadendo l’importanza di ascoltare sempre il grido dei poveri. Al termine della celebrazione, abbiamo lasciato il campo sportivo con il cuore colmo di gioia e felicità e il desiderio di portare questa grande esperienza di Chiesa universale nella nostra diocesi.

Ringraziamo il vescovo Marco per averci offerto questa grande opportunità di crescita nella fede.

Mario Casagrande e Lorella Forastiere

CEN 2022: che non sia un’iniziativa priva di futuro e un atto d’amore verso la terra lucana

Ho appreso del CEN durante una celebrazione eucaristica, nei mesi che hanno preceduto l’incontro, e – inoltre – in altre occasioni ed incontri di tipo pastorale e spirituale nonché in contesti di impegno sociale ed ecclesiale.
Ho sentito di dover partecipare a questa iniziativa per innovare la mia riflessione esistenziale, spirituale, e non solo, avendo già donato negli anni molte energie all’impegno ecclesiale, sia per tradizione familiare che per interiore chiamata e coinvolgimento da parte di persone in cui ho creduto e talvolta ancora oggi credo. Talune di queste persone, purtroppo, non sono più tra noi. Ed il desiderio di cercare la loro testimonianza nell’immanente mi ha spinto ad essere presente. Con il cuore e con memoria grata.
Tutto questo anche per manifestare un profondo amore per la Basilicata, mia terra di origine a cui sono legato ed a cui molte persone care hanno donato profonde energie al fine di determinarne lo sviluppo e la crescita.
Mi hanno molto segnato due momenti del convegno: la processione eucaristica, attraverso la città sino al sagrato di S. Francesco d’Assisi, e la Via Lucis, attraverso i Sassi di Matera con il popolo partecipe presso il piazzale dell’antica chiesa di S. Pietro Caveoso.


Inoltre, molto forti sono stati i momenti di condivisione durante la cena nelle tensostrutture, in cui ho avuto occasione di rinsaldare alcuni rapporti creati e riflettere sui momenti vissuti al mattino nei gruppi di lavoro nelle parrocchie della città.

La venuta di Papa Francesco nello stadio di Matera e la Celebrazione Eucaristica è stato un momento storico, sia per la città di Matera che per la Basilicata intera: essere nello stadio per accompagnare alcuni amici in gravi condizioni di salute è stato un momento che non dimenticherò. Non di meno la presenza di tanti vescovi e sacerdoti, tra delegati e pellegrini, ma anche di così tanti credenti e persone in cerca di trascendenza, venuti da tutta Italia. Una grande testimonianza, peraltro, di attenzione ed amore verso la nostra meravigliosa Lucania. Penso a tal proposito al ridimensionamento delle istituzioni sia civili che religiose di cui si parla e mi permetto di sottolineare che è un fatto da valutare, a mio avviso, con oculata attenzione: le elezioni nazionali che proprio in quel giorno si sono svolte ed hanno visto un abbassamento della rappresentanza dei territori sono solo una parte della questione. E registrare un’ampia partecipazione sia dei vertici che della base, con la presenza del Papa e di un’ampia rappresentanza della CEI, mostra la reale attenzione verso un territorio talvolta solo apparentemente dimenticato e può essere occasione per dimostrare quanto territori ricchi di tradizione e cultura – e non solo di questo – vadano da un lato protetti, dall’altro profeticamente amati, con una testimoniata e vissuta tensione all’utopia, credendo nel sogno possibile di un futuro migliore, nella concretezza della verità e dell’impegno, unico vero strumento di autodeterminazione e di crescita, in una prospettiva escatologica di fiduciosa speranza.
E la vera forza dell’evento, a mio avviso e se mi è concesso, sta non tanto nel messaggio in sé – che peraltro può esser davvero potente – quanto nel dare seguito in modo costruttivo a tali iniziative al fine di non rendere l’evento una iniziativa conclusa, i cui semi cadano in un terreno che non dà frutto e seguito.
Affido al lettore queste che sono solo una piccola parte di alcune delle riflessioni che sento intimamente di condividere: non ho problemi a fornire ulteriori riflessioni in futuro. Magari attraverso un confronto di persona con qualcuno degli operatori del CEN appena concluso che abbiano intimamente il desiderio di condividere impegno costruttivo, operoso e confronto vero.

Biagio Ancarola Jr.

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