Narrare storie, giudicare i fatti che accadono, aprire canali di dialogo: sono questi i compiti che ci erano stati affidati dalla nostra Chiesa locale al termine del primo Sinodo della Diocesi di Matera-Irsina.
Sono trascorsi due anni da quando ci siamo lanciati nella sfida della comunicazione digitale, raccogliendo l’esperienza decennale dell’edizione cartacea di Logos.
Siamo riconoscenti a quanti hanno avviato questo cammino, a cominciare dall’Editore Terre di Luce, al Direttore responsabile e a tutti gli amici della redazione.
Meritano un sentito ringraziamento anche i lettori che ci hanno seguito nello spazio digitale, manifestando interesse nei nostri confronti tanto con gli apprezzamenti che con le critiche.
Per dare continuità al lavoro svolto, nel solco del cammino sinodale della Chiesa italiana, ci è stato chiesto di redigere un nuovo piano editoriale : si tratta del documento programmatico in cui vengono definiti i contenuti da pubblicare, la loro calendarizzazione e le modalità utili a veicolarli.
Possiamo annunciare con soddisfazione che questo documento è pronto e servirà come guida per il cammino dei prossimi anni.
Aiutati da alcuni interventi di Papa Francesco abbiamo scelto di partire dando una risposta a questa domanda: qual è il compito cui è chiamata oggi la stampa cattolica e nello specifico un giornale diocesano?
Papa Francesco lo descrisse così nell’incontro con la FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici in occasione del loro 50° anniversario il 16 dicembre 2017:
“I settimanali diocesani possono rivelarsi utili strumenti di evangelizzazione, uno spazio nel quale la vita diocesana può validamente esprimersi e le varie componenti ecclesiali possono facilmente dialogare e comunicare. Lavorare nel settimanale diocesano significa “sentire” in modo particolare con la Chiesa locale, vivere la prossimità alla gente della città e dei paesi, e soprattutto leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa. Questi elementi sono la “bussola” del suo modo peculiare di fare giornalismo, di raccontare notizie ed esporre opinioni.”
I settimanali diocesani, integrati con le nuove forme di comunicazione digitale, rimangono pertanto strumenti preziosi ed efficaci, che necessitano di un rinnovato impegno da parte dei Pastori e dell’intera comunità cristiana e della benevola attenzione dei pubblici poteri.
Nel discorso all’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) il 23 settembre 2019 il Papa aggiungeva:
“Non abbiate paura di rovesciare l’ordine delle notizie, per dar voce a chi non ce l’ha; di raccontare le “buone notizie” che generano amicizia sociale: non di raccontare favole, ma buone notizie reali; di costruire comunità di pensiero e di vita capaci di leggere i segni dei tempi.”
Altre indicazioni di metodo per chi lavori nel campo della comunicazione emergono dal discorso di Papa Francesco del 18 giugno 2022 ai partecipanti al Capitolo generale dei Paolini definiti “apostoli della comunicazione” per vocazione prima ancora che per professione:
“Non è sufficiente utilizzare i mezzi di comunicazione per propagare il messaggio cristiano e il Magistero della Chiesa; occorre integrare il messaggio stesso nella nuova cultura creata dalla comunicazione moderna. … Un tema-chiave, al riguardo, è quello delle relazioni interpersonali nel mondo globalizzato e iperconnesso. … siamo consapevoli che non basta vivere “in rete” o “connessi”, bisogna vedere fino a che punto la nostra comunicazione, arricchita dall’ambiente digitale, effettivamente crea ponti e contribuisce alla costruzione della cultura dell’incontro.”
Nella conversazione con i Direttori delle riviste europee dei Gesuiti del 19 maggio 2022 il Papa ha risposto così alla domanda circa la missione di una rivista culturale:
“In generale, ovviamente, credo che la missione di una rivista culturale sia quella di comunicare. Io però aggiungerei di comunicare nel modo più incarnato possibile, personale, senza perdere il rapporto con la realtà e le persone, il «faccia a faccia». Con questo intendo dire che non basta comunicare idee: non è sufficiente. Occorre comunicare idee che provengono dall’esperienza. Questo per me è molto importante. Le idee devono venire dall’esperienza.”
Negli Atti del Sinodo della Diocesi di Matera-Irsina troviamo altre indicazioni di metodo circa la comunicazione e il digitale.
«Nell’era digitale e delle nuove tendenze della comunicazione, paradossalmente, ciò che manca è la capacità di ascoltarsi. Non dobbiamo lasciarci travolgere dal virtuale ma, mentre facciamo saggiamente uso delle nuove tecnologie, dobbiamo coltivare la nostra identità: essere persone capaci di relazionarsi guardandosi negli occhi» (citazione da Mons. Caiazzo, Riflessione in occasione della ripresa dei lavori sinodali, Concattedrale di Irsina, 12 settembre 2019).
Leggiamo ancora: «Quale linguaggio usare oggi per parlare alla nostra gente ed essere capiti? … siamo nell’era della comunicazione mediatica. Non possiamo non usare un linguaggio alla portata di tutti, capace di arrivare in tutto il mondo nello stesso momento in cui si dice o si mostra qualcosa. Questa d’altronde è la perenne vocazione della Chiesa: annunciare oggi il Vangelo (cf LG 17).»
Il Piano editoriale di Logos
La definizione del piano editoriale del giornale diocesano discende da due elementi principali: l’individuazione dei destinatari (lettori) e soprattutto degli obiettivi (finalità e contenuti).
L’utilizzo di una piattaforma digitale, a differenza di quella cartacea, comporta che la platea dei potenziali destinatari sia composta tanto da lettori dotati di sensibilità ecclesiale tanto da tutti gli altri lettori che vi accedono, per il tramite dei motori di ricerca o dei social, a partire da specifici interessi.
Da quanto richiamato in premessa abbiamo concluso che scopo di un giornale diocesano dovrebbe essere quello di incrementare la coscienza dei lettori di essere parte di una comunità in cui, al di là della diversità degli ambiti di vita e dei “ruoli” ricoperti, ognuno concepisca sé dentro un cammino.
Cammini diversi segnati dalla consapevolezza dei tanti doni di Grazia ricevuti e dal maturare di un’amorevole attenzione nei confronti non solo del proprio vicino ma anche di quanti il mondo giudica “ultimi”.
Da qui alcuni dei contenuti non esclusivi del giornale diocesano: il racconto della vita delle parrocchie, del cammino delle associazioni e dei movimenti ecclesiali coordinati dalla Cdal, delle opere di carità, della presenza nel sociale.
Il secondo scopo dovrebbe essere quello di promuovere l’evangelizzazione: questo può avvenire attraverso la narrazione di storie, fatti ed esperienze che mettano in evidenza come il bene, il bello e il giusto siano generativi di una novità di vita che aiuta anche a leggere e giudicare quello che accade.
Troveranno spazio quindi fatti di attualità, anche di rilievo nazionale, insieme a temi connessi alla vita del territorio e della società civile in quanto in essa si iscrive anche la vita della comunità ecclesiale.
Un ambito nel quale il portale diocesano è chiamato a offrire un contributo e degli approfondimenti è rappresentato dal Magistero del Papa e della Chiesa, in particolare attraverso una rilettura delle Encicliche del pontificato indispensabili per operare un discernimento sui diversi temi della vita sociale (ambiente, economia, clima, lavoro, emigrazione per citarne solo alcuni).
Saranno i nostri lettori a giudicare se manterremo fede a tutti questi impegni.
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