Il Santo Padre al n.205 dell’ E.G. scriva: La politica tanto denigrata è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune…prego il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri!…E perché non ricorrere a Dio perché ispiri i loro piani?
Quando per la prima volta mi sono imbattuto nella lettura di questo numero dell’ E.G. non ho potuto non paragonare questo concetto dell’ ”altissima vocazione” con cui Papa Francesco definisce la politica a quel n. 22 della Gaudium et Spes in cui leggiamo che è l’amore del Padre che svela pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua “altissima vocazione.”
Non è certamente nuova la forte affinità che c’è tra l’esortazione di Papa Francesco e la costituzione pastorale su “la chiesa ed il mondo contemporaneo”.
L’affinità oltre che nei contenuti è nello stesso nome: Evangelii Gaudium / Gaudium et Spes.
La gioia non è un moto dell’anima o un sentimento estrinseco ma è la gioia di quell’incontro, di quell’inontro con Gesù che non può non metterci in moto.
Papa Francesco, offre con L’E. G., in qualche modo, uno sviluppo, un avanzamento della G.et S. (Chiesa nel mondo contemporaneo), il Papa ci dà motivazioni ulteriori di vitalità.
E’ un modo di parlare alla Chiesa del mondo contemporaneo con la consapevolezza di dover parlare ai credenti del mondo contemporaneo, alla loro testimonianza ed alla fatica di questa testimonianza, alla – talvolta- pesantezza di questa testimonianza.
Se guardiamo alla politica oggi, in effetti, è più facile essere colti da scoraggiamento che da motivi di impegno o di “moto”.
La Gioia del Vangelo, però, non può non metterci in movimento (Verso tutti i luoghi di carità sociale, anche quella intesa come servizio alla politica proprio come indicava Papa Benedetto: Carità sociale – intesa come azione politica -speranza del laicato per la costruzione del futuro) e questa la vera conversione pastorale, la vera rivoluzione che è rivoluzione del cuore ma anche trasformazione della vita in tutti i suoi aspetti.
Noi credenti non siamo altro dal mondo, portiamo nel frammento della vita il senso di qualcosa che oltrepassa la vita, ma siamo dentro questa vita; portiamo nel mondo il senso dell’eterno, ma siamo dentro questo mondo; siamo pienamente immersi nella realtà.
(Paolo Colossesi 2,17: la realtà è Cristo)
La Chiesa, nel senso dei credenti, del popolo di Dio è mondo, perché noi siamo pienamente mondo.
Per cui una conversione pastorale piena indica, contemporaneamente, una capacità di assumere un punto di vista che non è un punto di esteriorità rispetto alla realtà ma è punto di vista interno alla realtà stessa.
L’Evangelii Gaudium ci offre la possibilità di respirare a pieni polmoni lo spirito del Concilio, per riflettere sul mistero di ciò che la Chiesa è chiamata ad essere in mezzo agli uomini, dentro la storia degli uomini.
Non si tratta di evidenziare quali e quante siano le trasformazioni del mondo contemporaneo, ma è un lasciarsi restituire un immagine di Chiesa – che è quella che emerge dal Concilio – che va incontro all’uomo.
L’impegno della Chiesa è mescolato, è impastato alle vicende del mondo, è dentro la storia ed è dentro l’impegno quotidiano che la Chiesa ha di definire la vocazione dell’uomo.
Le gioie le speranze le tristezze le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie le angosce dei discepoli di Cristo…nulla vi è di più genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.
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