Matera e Il  “sogno” del 2019

Matera è un luogo incantato, unico al mondo. La storia millenaria tracciata sui solchi delle grotte scavate nell’altipiano della murgia si intreccia mirabilmente con i progetti di una città che ha più di uno sguardo rivolto al futuro. Lo scenario offerto da quell’inestimabile patrimonio dell’umanità che sono gli antichi rioni Sassi offre ogni giorno, e ad un numero sempre maggiore di visitatori, emozioni profonde,  uniche, irripetibili. E’ in questo contesto che è nato, è stato coltivato ed ora è vissuto il “sogno” di Matera Capitale Europea della Cultura.

Sì, il sogno! Perché solo nella dimensione del sogno questa città ha potuto emanciparsi da “Vergogna Nazionale” a Patrimonio dell’umanità prima e Capitale Europea poi. Le lacrime, le tante lacrime, che hanno segnato i volti dei cittadini materani quel 17 ottobre 2014 all’udire la voce del Ministro ai Beni ed alle Attività Culturali che proclamava – a chiusura dell’intenso percorso di candidatura – vincente la città di Matera, sono la più viva testimonianza del forte impulso di trasformazione che ha caratterizzato il processo di sviluppo del territorio nel quale ogni cittadino ha concretamente creduto. E’ proprio il caso di dire: il sogno è divenuto realtà. Una realtà che oggi coniuga il vecchio con il nuovo, la preistoria con il futuro, le antiche tradizioni con l’innovazione tecnologica e digitale.

Intendere la cultura come partecipazione, come luogo di valorizzazione del territorio, come la costruzione di una identità locale e di un senso profondo della comunità è stata forse la chiave vincente che ha consentito alla città di Matera di percorrere quell’itinerario, per alcuni versi impensabile, che la portava da una città semisconosciuta ad una delle città d’arte da visitare assolutamente. Non a caso il New York Time ha collocato Matera al terzo posto nella annuale classifica dei luoghi da visitare nel 2018, individuandola come la città insediata in una “regione segreta” da conoscere “prima che il mondo la scopra”.

La stessa Lonely Planet, la nota guida turistica australiana, ha inserito la città di Matera tra le prime dieci città da visitare. Insomma, i riflettori del mondo sembrano essere stabilmente puntati su questa città che affonda le sue radici in un passato lungo oltre novemila anni. La grande attenzione mediatica di cui gode oggi la Città dei Sassi, però, non è semplicemente una occasione di vanto ma un momento di forte responsabilità sociale. Passa attraverso le mani di questa generazione l’occasione storica di scrivere il futuro di questa comunità, di costruire il domani di un territorio ancora troppo sconosciuto. E’ forse anche per questa ragione che i processi di allestimento del grande cartellone di eventi che si sta preparando per essere offerto nel 2019 sono il frutto di una co-creazione che vede protagonista tanto la fondazione Matera-Basilicata 2019 quanto la cosiddetta scena creativa lucana.

La nostra stessa Chiesa di Matera-Irsina ha da subito contribuito all’iter di candidatura della città a Capitale Europea della Cultura, producendo il documento “Tra radici e futuro”, con cui si è favorita una riflessione comunitaria sull’alto valore della cultura intesa come quel processo ininterrotto attraverso cui ci si prende cura dell’umano, lo si “coltiva” per portarlo a maturazione e lo si celebra nel suo legame con la trascendenza.

Queste alte considerazioni sulla questione culturale hanno portato poi le Chiese di Basilicata a realizzare un progetto concreto teso addirittura ad ampliare la crescente offerta turistica locale mediante nuove declinazioni del cosiddetto turismo religioso inteso come turismo dei valori o turismo spirituale. La “via della bellezza” diviene così un cammino privilegiato per i tanti cittadini transitori  che ospiteremo nella nostra città e per la nostra Chiesa una straordinaria occasione di evangelizzazione, di annuncio del Cristo risorto, di trasmissione della fede. All’homo Viator, turista o pellegrino che sia, abbiamo avvertito il bisogno di offrire attraverso l’arte, le immagini, le produzioni letterarie o musicali, le tracce della nostra religiosità occasioni di preghiera e di lode, percorsi di ricerca interiore, di trasmissione dei nostri valori. Una sfida nella sfida, che attraverso un progetto di pastorale integrata, possa sin d’ora guardare con lungimiranza  “profetica” a ciò che sarà oltre il tanto atteso e desiderato “sogno” del 2019.

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Lindo Monaco

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