Per il maestro cartapestaio Eustachio Santochirico realizzare il carro è stato “un sogno atteso fin da bambino, da quando 20 anni fa, con un gruppo sempre più numeroso di amici si simulava la festa della Bruna nel nostro quartiere di Matera nord costruendo piccoli carri in cartapesta e coinvolgendo la comunità”. Per noi materani, ammirare finalmente il manufatto di Santochirico, dopo un biennio in cui la Festa della Bruna non si è celebrata secondo i canoni tradizionali a causa della pandemia, ha significato tornare riappropriarsi del 2 Luglio con tutte le sue suggestioni.
Anche a questo carro della “ripartenza”, come è accaduto per agli altri degli anni scorsi, l’Associazione Maria SS. della Bruna ha dedicato un opuscolo. Un ‘opera, dalle parole del prof. Franco Moliterni – responsabile del settore Cultura dell’Associazione Maria SS. della Bruna – che ha curato i testi dell’opuscolo “maestosa nella sua architettura decisamente barocca, nel suo fresco cromatismo e nella ricchezza degli elementi scultorei e pittorici”. Il tema, “Zaccheo, oggi devo fermarmi a casa tua’ – La cattedrale casa di Dio tra le case degli uomini”, tratto dall’episodio del Vangelo di Luca (19, 1-10) che narra dell’avido pubblicano Zaccheo, è stato dettato da una ricorrenza importantissima: il 750° anniversario dell’ultimazione della basilica-cattedrale di Matera (1270).
Foto di dettagli dell’opera e di particolari momenti della lavorazione (gli scatti sono di Anna Barbaro, Claudio Bernardi, Enza Doria, Francesco Lionetti e Matteo Marchitelli) arricchiscono una piccola pubblicazione piena di spunti e in grado di presentare il manufatto in cartapesta in tutti i suoi molteplici aspetti grazie anche alle competenze del prof. Moliterni.
Da pochi giorni, intanto, l’Associazione Maria SS. della Bruna che ha visto la riconferma del presidente Bruno Caiella, ha svelato il tema evangelico del concorso per la realizzazione del prossimo bozzetto. Si tratta di ”Donna, ecco tuo figlio. Qualsiasi cosa vi dica fatela. Dal mistero dell’Eucarestia ai ministeri della Chiesa”.
Rossella Montemurro
