E’ la parola libertà quella che padre Carlo Basile, frate minore della comunità di Maria Santissima della Palomba e parroco della Chiesa di Cristo Re a Matera, ha scelto per fare memoria della sua vocazione, commentando il capitolo 5 della lettera di San Paolo ai Galati.
La libertà, che è cosa diversa dal libertinaggio, è suscitata sempre da una chiamata. Nel tempo cresce la gratitudine per la scoperta dei doni ricevuti: a cominciare dal primo e fondamentale, quello del Battesimo che, scelto per volontà dei genitori, segna per sempre la vita, sotto il sigillo dell’appartenenza a Cristo.
“Ogni forma di vocazione ha in sè qualcosa di misterioso” ha osservato Padre Carlo: essa si svela di giorno in giorno dentro il compito cui si è stati chiamati.
In questo cammino non si è soli: a sostenerlo c’è una comunità nella quale si fa esperienza di vera fraternità.
Portando il saluto dei confratelli alla fine della Messa di ringraziamento, Padre Giuseppe ha fatto notare che ai sacerdoti, compreso Padre Carlo, non sono risparmiati dolori e sofferenze.
Ma “mentre nell’esperienza dell’uomo tutto passa e finisce, anche le cose belle, c’è una sola esperienza che inizia e non finisce, e con il tempo cresce: è l’incontro con Cristo” (da un pensiero di Don Tommaso Latronico dal letto di ospedale): è a Lui che dobbiamo a guardare, è Lui che dobbiamo seguire.
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