Il 20 maggio p.v. a Matera alle ore 17.00 l’Effige sarà trasferita dalla Chiesa di San Francesco d’Assisi al Palazzo del Sedile. A seguire, un concerto offerto dagli studenti del Conservatorio.
Alle 18.30 si svolgerà la processione verso la Basilica Cattedrale dove alle 19.00 sarà celebrata l’Eucarestia dall’Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina mons. Antonio Giuseppe Caiazzo.
“In virtù del Direttorio su Pietà popolare e Liturgia. Principi e orientamenti della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 2002 ‒ spiega il dott. Bruno Caiella, presidente dell’Associazione ‒ si desidera riaccendere un’usanza che ha segnato nei secoli l’identità della Città dei Sassi per cui il prossimo 20 maggio l’Effige del Santo Patrono, voluta dai materani e fatta realizzare nel maggio 1800, sarà portata dalla chiesa di San Francesco d’Assisi in Cattedrale”.
Il Santo e i suoi figli, Agapito e Teopisto, narra la tradizione, nel 996 avrebbero abbattuto i nemici e liberato la città dall’assedio dei Saraceni. Da quel momento i materani li elessero a Patroni e stabilirono di celebrare la festa nella domenica successiva al 20 maggio di ogni anno a spese dell’Amministrazione civica e con la processione delle reliquie. In tale occasione veniva offerta al Capitolo della Cattedrale una somma in danaro (37 carlini) insieme a ciliegie e altri frutti, biscotti, ricotta e vino.
A sostenere la festa liturgica del Santo, celebrata con maggiore solennità il 20 settembre, era invece la famiglia Gattini, titolare del diritto di “patronato” dell’altare di Sant’Eustachio in Cattedrale. L’importanza civile del 20 maggio era sottolineata dallo svolgimento, per otto giorni, della più importante fiera cittadina, istituita nel 1381 dalla Regina Giovanna I d’Angiò.
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