Quante volte abbiamo invocato Maria “regina della pace”, ma possiamo veramente credere nel potere della Vergine di vincere il male, di schiacciare il capo al serpente, di ristabilire la pace tra le nazioni? È un’espressione soltanto devota quella che vede in Maria la regina della pace? Sono interrogativi che ci poniamo soprattutto oggi, in un momento come quello che stiamo vivendo con la sanguinosa guerra in Ucraina.
Bisogna innanzitutto dire che, misteriosamente, sempre il nome di Maria è risuonato nel mondo sconvolto dalla guerra. Dalla Prima guerra mondiale, quando la Madonna apparve ai tre pastorelli di Fatima e fino al conflitto ucraino, come ha ricordato papa Francesco nell’Angelus del 13 marzo scorso: «Fratelli e sorelle, abbiamo appena pregato la Vergine Maria. Questa settimana la città che ne porta il nome, Mariupol, è diventata una città martire della guerra straziante che sta devastando l’Ucraina».
Il primo maggio ha avuto inizio, per i credenti, il tradizionale mese mariano. Ma il primo maggio è anche la data di morte di un santo medico giapponese, vittima della bomba atomica che fu sganciata su Nagasaki. Il suo nome era Takashi Nagai. Il medico, fino agli anni giovanili, si era sempre professato ateo ma un giorno, nella vigilia di Natale, era stato invitato alla messa di mezzanotte in cattedrale. «Ma io sono ateo» disse, sorpreso. «Non importa» gli fu risposto, «nemmeno i Magi credevano prima di andare alla grotta di Betlemme e di vedere il Bambino».
Takashi Nagai rimase sorpreso dalla bellezza della liturgia celebrata nella cattedrale di Nagasaki e volle aprirsi alla fede, un percorso che lo condurrà fino al battesimo. Fu aiutato in questo anche da alcune circostanze; per esempio, come medico radiologo aveva preso in cura san Massimiliano Kolbe, che in quegli anni era in un convento di Nagasaki e che si era rivolto a Nagai per i suoi problemi di tubercolosi – si conserva ancora la lastra di una radiografia del padre fatta dal dott. Nagai. San Massimiliano, nei pressi di una sorgente fuori città, aveva ricreato una grotta di Lourdes con una statua della Madonna Immacolata.
Quando nel 1941 il Giappone dichiarò guerra agli Stati Uniti, era l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione. Guardando a questa coincidenza, possiamo oggi dire che sembra di vedere come la Madonna, in quel momento, sia voluta entrare anche lei nella dolorosa circostanza della Seconda guerra mondiale, condividendo il destino delle vittime.
Successe poi che, quando il 9 agosto del ’45 gli Stati Uniti sganciarono la bomba atomica su Nagasaki, per una serie di imprevisti e di errori di calcolo, invece di colpire le aree industriali, come era previsto, la bomba colpì in pieno la cattedrale di Nagasaki, nel quartiere di Urakami, abitato prevalentemente da famiglie cattoliche, compresa quella di Takashi Nagai. In seguito, scavando tra le macerie della chiesa, emerse la testa di una statua dell’Immacolata Concezione che lì era venerata e che era rimasta sepolta sotto le rovine.
Sembrò a Nagai, investito dall’esplosione atomica e sopravvissuto per qualche anno al bombardamento, che la Madonna avesse voluto, con questo, attirare su di sé tutte sofferenze della guerra. Scrisse: «La mattina del 9 agosto, ebbe luogo una riunione del Supremo Consiglio di guerra nella Residenza Imperiale a Tokyo per decidere se il Giappone dovesse arrendersi o continuare a combattere. In quel momento, tutto il mondo era con il fiato sospeso. Bisognava decidere: pace, o ancora massacri e sangue. E proprio durante quella riunione, esattamente alle 11,02 scoppia una bomba atomica sul nostro quartiere. In un solo istante ottomila cristiani furono chiamati davanti a Dio e in poche ore le fiamme incenerirono uno dei luoghi più sacri e venerabili di tutto l’Oriente. Quella stessa notte la nostra cattedrale s’incendiò e venne consumata delle fiamme. E proprio alla stessa ora l’imperatore rese nota la sua decisione irrevocabile di porre fine alla guerra. Il 15 agosto il decreto imperiale che sanciva l’armistizio venne ufficialmente promulgato e il mondo vide l’aurora della pace. ll 15 agosto è la grande festa dell’Assunzione di Maria. È altamente significativo, credo, che la cattedrale fosse a lei dedicata».
Fu la mano di Maria, regina della pace, a porre fine alla Seconda guerra mondiale? Takashi Nagai lo credeva. Anche perché notò che i sopravvissuti rimasti ustionati, quando si recavano alla sorgente dove padre Kolbe aveva ricostruito l’ambiente di Lourdes, ricevevano beneficio al contatto con le acque di quella fonte.
Concludeva Nagai: «Ci chiediamo: “Il convergere di simili eventi, fine della guerra e celebrazione della festa di Maria Assunta in Cielo, è stato un puro caso o un segno provvidenziale?”. Ho sentito dire che la bomba atomica era destinata a un’altra città. Le fitte nubi resero quel bersaglio troppo difficile e i piloti puntarono sul bersaglio alternativo, Nagasaki. Ci fu anche un problema tecnico, per cui la bomba fu lanciata molto più a nord di quando era stato stabilito e scoppiò così proprio sulla cattedrale. Non fu certo l’equipaggio dell’aereo americano che scelse proprio il nostro quartiere. Io credo che fu Dio, la sua provvidenza, a scegliere Urakami e a portare la bomba esattamente sulle nostra case. Non c’è forse un profondo rapporto tra l’annientamento di Nagasaki e la fine della guerra? Non fu forse Nagasaki la vittima scelta, l’Agnello del sacrificio, per essere offerta perfetta sull’altare, dopo tutti i peccati commessi delle nazioni nella Seconda guerra mondiale?»
Di fronte a tutto il male cui stiamo assistendo oggi nella terra ucraina, risuona ancora una volta la parola del Signore: «io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
Per questo il papa, il 25 marzo scorso, ha voluto consacrare il mondo intero e in special modo Russia e Ucraina, al Cuore immacolato di Maria: «Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace».
Sono parole che dobbiamo accogliere con la stessa fede di Takashi Nagai perché, come conclude il papa rivolgendosi a Maria, «attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen».
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