La vocazione: un sogno, nascosto nel profondo del cuore di ogni uomo, donna e ragazzo. Il sogno di Dio per ciascuno che risuona nella coscienza e, a prima vista, riteniamo il “nostro” sogno. O semplicemente il sogno della nostra vita: ciò che ci riscalda il cuore, che “toglie il sonno e dà la felicità” – direbbe Renato Zero. Un sogno talora dimenticato o trascurato, come quando al mattino ci svegliamo e non ricordiamo più cos’abbiamo sognato qualche minuto prima, ma che Dio ricorda e conosce bene da sempre: «Prima che tu nascessi, ti ho consacrato e ti ho stabilito profeta delle nazioni» (Ger 1,4).
Vocazione: non la chiamata ad una speciale consacrazione, ma la chiamata alla vita piena, fatta di tante strade possibili da percorrere quanti sono gli uomini che esistono su questa terra, da realizzare fianco a fianco con Dio, nostro creatore. Nella libertà.
“La santificazione è un cammino comunitario da fare a due a due”, scrive papa Francesco nella Gaudete et exultate (GE, 142) ed è il tema per giornata di preghiera per le vocazioni di quest’anno. Dio non è solo: è Trinità: desidera collaborare con ogni uomo per portare a compimento il suo progetto di salvezza e vuole che nessun uomo, come Lui fatto di relazioni, realizzi questo progetto da solo. Ma con gli altri e per gli altri.
La quarta domenica del tempo di Pasqua, domani 25 aprile, la cosiddetta domenica del “Buon Pastore”, dal brano evangelico che viene proclamato (ascolteremo Gv 10,11-18), è dal 1964 la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni sacerdotali e di vita consacrata. Il buon Pastore è una delle tantissime immagini che Giovanni usa per parlare di Gesù che offre la vita per le proprie pecore e le guida ai pascoli della vita, che si sacrifica per i suoi figli e li fa crescere nel mondo. Ma il buon pastore esprime il senso di ogni vocazione, non solo per i sacerdoti, ma per ogni figlio di Dio in generale: solo quando il sogno per la propria vita ne prevede il dono è chiamata di Dio. È vocazione solo quando questo sogno si configura come “servizio fedele”, per utilizzare due parole – forse oggi in certi contesti desuete – del messaggio che papa Francesco ha scritto per la giornata di preghiera per le vocazioni di quest’anno.
Proprio di servizio come tratto caratterizzante della figura sacerdotale che lo affascinava, ci parla don Marco Di Lucca, che verrà ordinato presbitero il prossimo 8 maggio, nell’intervista che gli abbiamo rivolto in occasione di questa giornata delle vocazioni.
E di “per sempre” ci parla don Fabio Vena, nella testimonianza vocazionale che ci ha offerto alla vigilia della sua ordinazione che sarà celebrata oggi 24 aprile alle 18 in Cattedrale.
Ma perché pregare per le vocazioni? Perché la Chiesa sia gremita di figli e figlie pienamente realizzati come uomini e donne, impegnati nel mettere a frutto i propri talenti, non importa se come preti o madri, consacrate o professionisti. L’importante è che ognuno sia al suo posto e operi nella grazia di Dio, in comunione con Lui e con la Chiesa. Così la testimonianza di Gesù Cristo giungerà agli estremi confini del mondo e là sarà rinnovata la faccia della terra. “Dio chiama sempre”, sottolinea nella sua testimonianza vocazionale don Alberto Delli Veneri: per questo non si può parlare di crisi delle vocazioni (al più quella di oggi è una crisi dell’uomo nel suo complesso, sottolinea nella sua testimonianza don Marco Di Lucca).
Invece, il rischio è che non sia tenuta in vita quella “pianticella fragile” – riprendiamo le parole di don Alberto – qual è una vocazione appena percepita. E questo è il compito della pastorale vocazionale, insieme a quello di cercare – come sottolinea don Marco – “il giovane che ha smarrito il senso di Dio annunciando semplicemente il Vangelo con la presenza”.
Che il Signore mandi tanti operai che lavorino insieme nella sua vigna, come i suonatori di un’orchestra nella varietà degli strumenti che il Signore dona a ciascuno di noi.
L’Unione di Preghiera per le Vocazioni e il Centro di Orientamento Vocazionale
L’Unione di Preghiera per le Vocazioni (UPV) è un’organizzazione laicale istituita l’8 dicembre 1900 da S. Annibale Maria Di Francia – fondatore dei Rogazionisti e delle Figlie del Divino Zelo – per sensibilizzare e coinvolgere i laici nella preghiera e nell’azione per le vocazioni, che opera a Matera dal 1958, sin dall’istituzione della Parrocchia di “S. Antonio di Padova”, affidata ai Rogazionisti.
Una delle iniziative più significative di questi ultimi è stata l’istituzione, l’11 settembre 2014, di un Centro di Orientamento Vocazionale (COV) con lo scopo di aiutare ragazzi/e e giovani a scoprire la loro vocazione.
Nella parrocchia di Sant’Antonio ogni giovedì si tiene l’adorazione Eucaristica Vocazionale animata dal parroco P. Antonio Paciello ed una Scuola di preghiera animata da P. Lucio Scalia.
Lunedì 19 aprile 2021, nell’ambito della ‘Scuola di Formazione Vocazionale per Laici’ condotta mensilmente da P. Angelo Sardone – Animatore provinciale dell’Unione di Preghiera per le Vocazioni ed attuale Superiore del Villaggio del Fanciullo – si è tenuta una formazione/catechesi proprio sull’Unione di Preghiera per le Vocazioni, nel corso della quale è stata sottolineata l’importanza per laici e consacrati della preghiera di implorazione al Padrone della messe di santi Sacerdoti e buone vocazioni: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi gli operai nella sua messe» (Mt 9,39; Lc 10,2).
Domenica 25 aprile, Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, giornata rogazionista per eccellenza, nel corso della celebrazione eucaristica delle 19, vi sarà la Promessa di impegno nell’UPV e la consegna agli aderenti della tessera nominativa che sancisce formalmente il loro impegno. Ci stiamo preparando a quest’atto con tre giornate di adorazione eucaristica prolungata e con la preghiera del Rosario vocazionale meditato.
I membri dell’Unione di Preghiera per le Vocazioni si propongono di vivere e diffondere nella Chiesa locale l’ispirazione carismatica di S. Annibale Maria con tre impegni precisi:
· pregare per le vocazioni
· diffondere questo spirito di preghiera
· farlo da buoni operai.
Da questi presupposti potrà nascere anche il ministero dell’animatore vocazionale laico come ministero di fatto, un «servizio stabile reso da un laico adulto nella fede» (Piano per le Vocazioni in Italia, 37).
S. Giovanni Paolo II che, nel 1993, nel messaggio per la XXX Giornata Mondiale per le Vocazioni, attirava l’attenzione «sull’urgenza di coltivare gli “atteggiamenti vocazionali di fondo”, i quali danno vita ad una autentica “cultura vocazionale”. Una cultura che permetta all’uomo moderno di ritrovare se stesso, riappropriandosi dei valori superiori d’amore, d’amicizia, di preghiera e di contemplazione».
Testimonianza di Antonia Rita Curci
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