45^ Giornata per la vita: “La morte non è mai una soluzione”

Oggi ricorre la 45^ Giornata per la Vita, un appuntamento annuale della prima domenica di febbraio successiva alla promulgazione della Legge 194. "La morte non è mai una soluzione" lo slogan di quest'anno. L'articolo offre le testimonianze di chi in Diocesi opera per la tutela della vita. Buona lettura e buona visione delle testimonianze.

La vita è bellezza, ammirala.
La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, donala.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

Inno alla vita (Madre Teresa di Calcutta)

Nel mezzo del tempo ordinario in cui la natura dà i primi cenni di risveglio con l’allungarsi delle giornate, in questa prima domenica ventosa, e quasi nevosa, di febbraio, la Chiesa ci propone di meditare sul mistero e sul dono della vita.
Oggi è la 45^ Giornata per la Vita, una ricorrenza tutta italiana nata nel 1979 all’indomani della promulgazione della “Legge 194” approvata in Parlamento il 22 maggio 1978: la possibilità di abortire – legalmente – ma anche il diritto alla maternità e all’obiezione di coscienza. Insomma una liberalizzazione di una situazione sino ad allora gestita nella clandestinità con una serie di rischi che comprendiamo e non il semplice diritto all’aborto. Tuttavia sin da subito la “Legge 194” provocò una deriva nella direzione unica di tale pensiero: diritto all’aborto.
“La morte non è mai una soluzione” (Sap 1,14), scrivono i vescovi italiani nel loro messaggio di cui si propone la lettura integrale.
Anche per questa occasione Logos si è recato in alcuni contesti nel territorio della nostra Diocesi in cui invece si vive la difesa per la vita.

Le manifestazioni per la difesa della vita e della famiglia in Diocesi

Organizzatori di alcuni eventi per questa giornata sono gli operatori dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Famigliare. Sono attualmente responsabili Sergio Di Pede e Valeria Viggiani, che lavorano in stretta sinergia con i vecchi, Terenzio Cucaro e Angela Chita, oggi divenuti responsabili regionali dello stesso Ufficio, che vedrete nel video seguente.
Un impegno che non si focalizza, ovviamente, sulla sola domenica di oggi e sulla veglia che ieri ha ospitato la chiesa di S. Chiara: un momento di preghiera guidato dalle parole del messaggio dei vescovi di questa giornata.
L’ufficio è di fatto un gruppetto di famiglie chiamate a testimoniare la bellezza di essere famiglia tra i fidanzati in vista del matrimonio e tra le famiglie. La sfida è quella di accompagnare le giovani famiglie, all’indomani del matrimonio.
Un impegno fatto di ascolto, sottolineava Terenzio, tra l’altro diacono permanete e ministro della comunione tra gli ammalati in ospedale. Un impegno laboratoriale, emerge dal racconto di Sergio, fatto cioè di condivisione di esperienze che diventano scuola di vita: è questo il momento che lui cita a proposito del X Incontro Mondiale delle famiglie tenutosi a Roma nello scorso mese di giugno.

Un altro luogo, noto ai più, che in Diocesi si occupa della difesa della vita e del supporto alle famiglie è il centro “Regina Familiae”, noto meglio come sede del Movimento “Famiglia e Vita”, creato e diretto da don Leo Santorsola – studi conclusi con dottorato presso Pontificio Istituto Teologico “Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia”, già direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale famigliare – che assieme ad una sua stretta collaboratrice, la psicologa Carmen Montesano Gesualdi, ci ha rilasciato la bella testimonianza delle loro attività. Il movimento, una ONLUS con sede in via Saragat 30 a Matera, nasce come gruppo di famiglie che nel tempo sono state condotte da don Leo al sacramento del matrimonio e ora sono di supporto a tante situazioni di fragilità famigliare.

Infine, ieri ci siamo recati presso il Centro di Aiuto alla Vita (C.A.V.) di Matera, uno dei 450 in Italia, conosciuto da tanti anche perché spesso ha vitato le nostre parrocchie, deputato specificamente alla difesa della vita sin dal suo concepimento, un gruppetto appassionato di famiglie e single che si ritrovano due volte a settimana nella loro sede in largo Passarelli 7, il cui canone di locazione era sino a due anni fa offerto dalla Diocesi. Esperienze belle e forti, per cui si rimanda al video che segue.

Allora, buona giornata per la vita con il seguente aneddoto tratto dalla vita di padre Pio.

Padre Pio e quell’aborto confessato…
“Diede un grido e svenne

Una signora si era recata a S. Giovanni Rotondo per confessarsi dal santo cappuccino stimmatizzato, P. Pio da Pietrelcina.

Questa signora era interiormente straziata da un rimorso crudele: si era procurato l’aborto, uccidendo il bambino nel suo grembo. Tremante e con dolore si accusò in confessione a P. Pio. A questa accusa il volto di P. Pio si coprì di una tristezza mortale, e il santo frate volle svelare in modo insolito e prodigioso l’enormità della scelleratezza compiuta con quell’aborto.

Pio disse alla signora: – Chiudi gli occhi e dimmi che cosa vedi. La signora obbedì, chiuse gli occhi, e disse: – Vedo un’immensa piazza con tanta gente. In mezzo a quella gente vedo un corteo che si avanza solenne. Vedo in quel corteo molti sacerdoti, vescovi e cardinali; tutti precedono un Papa, che è portato sul trono. Si, vedo proprio un Papa sul trono e la gran folla osannante a questo Papa molto bello… Ma che significa tutto questo?…

– Il bambino che hai ucciso nel tuo seno – le disse P.Pio – nei disegni di Dio doveva diventare quel Papa!

La povera signora diede un grido e svenne accanto al confessionale. Quante donne, a leggere questo episodio, non dovrebbero anche esse dare un grido e svenire?…”

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Giuseppe Longo

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