37^ GMG: in diretta dal pullman

Al terzo giorno di viaggio, i giovani partiti dalla Lucania sono prossimi ad arrivare a destinazione. Un viaggio in bus che sinora ha toccato le 30 ore trascorse nell'allegria e nell'amicizia. "Come se ci conoscessimo da una vita", riflette qualcuno pensando a quanta confidenza si è creata in questi giorni a forte condivisione. Nell'articolo leggerete altre riflessioni dei ragazzi in viaggio.

Trovare Dio in un amico

“Mi aspettavo la GMG come un’occasione di incontro con giovani di tutto il mondo, andando al di là delle diversità culturali e linguistiche e dei bagagli esperienziali. E attraverso l’incontro con loro, sperimentando la fratellanza e l’amicizia, incontrare Dio.

Già l’esperienza del bus, in cui stiamo condividendo canti e momenti di divertimento, sogni, aspirazioni per il futuro e conversazioni più serie, nelle molte ore al giorno che qui trascorriamo (stiamo percorrendo circa 1000 km al giorno), è occasione per vivere lo spirito che mi ha spinto a prender parte a questa esperienza”.

L’obiettivo del viaggio è nel viaggio stesso

Gli inni delle GMG e tante pezzi che hanno fatto la storia della musica italiana, accompagnati dal suono della chitarra di don Gianpaolo, i cori di “C’è un buco nel secchio, Arturo, Arturo”, battute, baldoria, le partite a Uno e tanti giochi – come il FantaViaggio proposto dagli animatori della Diocesi di Tricarico – e tanta allegria hanno riempito questi giorni di viaggio, quasi senza sosta per arrivare alla meta: ci rendono felici di avere fede e di essere parte della Chiesa.

Non mancano i momenti di preghiera, come oggi le Lodi mattutine, o alcune occasioni di conversazione spirituali con i sacerdoti presenti nel gruppo, mentre uno di noi sta stilando un “Diario di viaggio”.

Ma il viaggio è anche occasione per esercitare la virtù della pazienza, della condivisione di quello che abbiamo – dal cuscino da viaggio all’asciugamano – e della generosità. E in cui fare squadra: non sono solo i grandi che decidono ma le opinioni e le proposte di ognuno contano.

E non mancano gli imprevisti tragicomici!

Il buon samaritano

Come ieri sera a Pau (capoluogo dei Pirenei Atlantici, dove abbiamo alloggiato la seconda notte di quest’avventura mondiale) in cui un gruppetto di ragazzi – affamatissimi, dopo 14 ore in bus – desiderava cenare al McDonald’s. A quell’ora era disponibile solo l’opzione “drive”: cioè, poteva ordinare solo chi arrivava in macchina. Non noi! Tutti i locali della zona a quell’ora erano chiusi.

Alcuni degli adulti hanno proposto di fare un’esperienza di digiuno. Apriti cielo! L’alternativa era di arrivare nel centro del paese più vicino: 40 minuti, per consumare dei kebab. Dopo aver tentato di prenotare i nostri 14 menu attraverso uno dei tanti avventori che stavano arrivando in macchina, finalmente un giovane francese ha accolto la preghiera disperata di un ragazzo del nostro gruppo, Simone, che – con tutto il francese che aveva imparato a scuola e dai parenti che vivono a Lille, tirato fuori per la forza della fame – gli ha formulato. Se non abbiamo fatto l’esperienza del digiuno, abbiamo fatto quella del “buon samaritano”.

Alla scoperta del mondo

Oggi stiamo passando per tre Stati: Francia, Spagna e Portogallo. E proprio ora stiamo verificando sulla Mappa quanto ancora ci manca per la meta. Siamo sempre più vicini ma ci separano 6-7 ore di viaggio.

La Costa Azzurra, i vigneti, i campi di girasole che punteggiano Francia e Spagna, i paesini medievali e la vista all’orizzonte delle cime dei Pirenei ci fanno ricordare quanto è bello il mondo. E giunti in Spagna ci sembra di essere nella nostra brulla Basilicata.

E per una decina dei ragazzi del nostro autobus questa è la prima volta che hanno messo piede all’estero. E la prima volta non si scorda mai!

Diceva a ragione S. Agostino: “Il mondo è un libro e chi non viaggia ne legge una pagina soltanto”.

La prima tappa: le Cinque Terre

La prima tappa: Monterosso, un borgo delle Cinque Terre dove abbiamo alloggiato presso il Santuario di Nostra Signora di Soviore. “Un luogo per affidare le nostre speranze e anche i nostri timori a Maria con la certezza che lei ci accompagnerà in questa avventura!”. Ma i più curiosi e arditi, a passaggio o a piedi, sopportando gli oltre 400 m di dislivello – percorribili in un’ora attraverso un faticoso sentiero o in due ore attraverso la strada asfaltata – non hanno rinunciato a un veloce bagno nelle azzurre acque liguri o a due passi in questa località del turismo VIP.

Unica nota di sofferenza – ma “comunque non fa niente”, aggiunge qualcuno pensando di esser parte di un’esperienza eccezionale – un po’ di stanchezza per le lunghe ore di viaggio e i ritmi serrati. Ieri 14 ore in bus, e stamattina ci siamo preparati in fretta per la S. Messa, la colazione e partenza alle sette e mezza.

Come “Maria che si alzò e andò in fretta” da Elisabetta, come dice lo slogan della GMG che stiamo vivendo.

Un’occasione di relazione reale

Quindi, come rifletteva una di noi, la GMG è un’occasione per educare i giovani che per l’avvento dei social e magari anche per le restrizioni dovute al Covid, nella nostra società inquinata dall’individualismo, sono sempre più ripiegati su se stessi. Non è più scontato condividere una camera d’albergo, come ci sta succedendo in questi giorni, anche con ragazzi che conoscevamo da poche ore. E quindi la GMG è un’occasione di incontro, in cui educare i giovani a ricercare Dio gli uni negli altri e nei rapporti di amicizia.

Nessuno dica: “Non so che cosa amare. Ami il fratello e amerà l’amore stesso”.

Se stai cercando Dio hai a disposizione l’idea giusta: Dio è amore.

(S. Agostino, De Trinitate, 8,8.1; De Trinitate, 8,8.12)

Il messaggio del nostro arcivescovo

Di seguito il videomessaggio del nostro arcivescovo S.E. Mons. Antonio G. Caiazzo da Lourdes, dov’era in pellegrinaggio con l’UNITALSI alla vigilia della partenza dei giovani per la GMG.

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Giuseppe Longo

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