Se ogni 2-3 anni la Giornata della Mondiale Gioventù si celebra come raduno universale in uno stesso posto di tutti i giovani del mondo (come è stato quest’estate a Lisbona e sarà nel 2025 a Roma), ogni anno, la domenica di Cristo Re, la Giornata Mondiale della Gioventù si celebra a scala diocesana.
Ecco la ragione del bell’incontro di 60 giovani della Diocesi entusiasti nell’Auditorium della Chiesa di Cristo Re di Matera nel pomeriggio di sabato 25 novembre. Dopo la “magra” di Lisbona, un bel segno di speranza.
“Lieti nella speranza” è proprio lo slogan di questa 38^ GMG.
Un bel clima caldo a dispetto del freddo intenso dell’esterno. Peccato che da molte comunità parrocchiali non sono giunti giovani.
Dopo l’introduzione di don Gianpaolo, incaricato per il servizio diocesano di Pastorale Giovanile – ideatore, regista e braccio operativo di tutto il pomeriggio – la parola al nostro Arcivescovo, felice di parlare ai giovani, che ha detto di seguire e benedire quotidianamente, rendendosi anche disponibile ad andare a trovare nelle realtà di appartenenza. Quale senso ha parlare di speranza in un contesto di guerra e demotivazione come quello odierno? La resurrezione di Cristo di cui talvolta non ci si accorge o a cui talvolta non si pensa, come i due discepoli di Emmaus.
Un breve break, proiettando un filmato della Giornata della Gioventù di Lisbona dello scorso agosto: un felice ricordo per chi ha partecipato (è sempre bello rivedere se stessi in situazioni simpatiche!) e un modo di condividere per chi non ha potuto esserci.
Cogliamo l’occasione della Giornata della Gioventù diocesana per pubblicare di seguito i video della GMG di Lisbona.
Interessante, poi, il confronto con quattro storie di vita, a ciascuna delle quali è stato dato il titolo di un libro, che ciascuna ha guidato un gruppo di lavoro in una riflessione sulla speranza:
- “Scandalosa misericordia”, la storia di conversione della pisticcese Francesca Parisi, in collegamento online. Per lei erano motivo di scandalo i veri cristiani che con coerenza vivevano e agivano. La provocazione che ha lasciato ai lettori: qual è il titolo che rappresenta la vostra storia? perché val la pena avere speranza?
- “L’inquietudine della speranza”, la storia di Luca Iacovone, già direttore della Casa di Riposo “Mons. A. Brancaccio”. La riflessione scaturita nel gruppo di lavoro: bisogna vivere la vita così com’è. Non bisogna mai abbattersi perché una porta che si chiude può essere un portone che si apre. La speranza richiede una ricerca: bisogna essere curiosi e saper affacciarsi al futuro con coraggio. La speranza è fatta di cose che hanno bisogno di qualcuno che le faccia accadere.
- “Un’onda silenziosa”, il titolo della storia di don Francesco Gallipoli. La riflessione scaturita nel gruppo di lavoro è che la speranza è l’intreccio tra paura e sogni: può realizzarsi solo nell’amore, permette di aprirci a nuove esperienze per vivere e non lasciarci vivere. Siamo lieti nella speranza!
- “La speranza ritrovata”, infine, la storia di fra Gianparide Nappi. La riflessione scaturita nel gruppo di lavoro è stata che non è pensabile rinunciare ai propri sogni e che ogni vita va vissuta, per quanto sia dura: non siamo noi la colpa dei nostri mali, è giusto ascoltare i consigli e affidarsi alle persone che ci vogliono bene, ai nostri cari anche se non ci sono più. La speranza ci darà sempre un’opportunità di rinascita.
È stato bello, inoltre, il momento di preghiera guidato dalle parole di un salmo e di un brano della lettera ai Romani in cui S. Paolo esorta a rimanere “lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Rm 12,12), concluso dalla consegna di un lumino, segno del barlume di speranza che voleva lasciarci l’incontro.
Sempre bello incontrarsi tra giovani e con i giovani, cogliere il loro desiderio di socializzare, reso più facile da un momento di merenda insieme, come alla fine dell’incontro.
Prossimo incontro: domenica 17/12 ad Ostuni.
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