“Rimanete saldi nella fede!”
Cari amici,
un altro anno è iniziato. In silenzio: come se n’è andato Benedetto XVI che ci lasciava col vecchio anno.
“Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l’esegesi della Sacra Scrittura) dall’altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani […]. Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della Teologia, ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo”. Ecco alcune delle parole del testamento spirituale di papa Benedetto XVI. Rimaniamo saldi nella fede! Ce lo dice un uomo che ha saputo mettere da parte se stesso. Perdere, umanamente parlando. Non dice molte cose in questo testamento che può essere utile meditare nella sua versione integrale, ma il “Rimanete saldi nella fede!” torna due volte.
“Memento mori”
È l’altro insegnamento che ci lascia Benedetto. Una sua confidenza a fine vita, a pochi nota: «Ho trascorso tutta la mia esistenza come un momento di preparazione a questo salto nel buio». Se un tempo il riferimento alla morte era pure eccessivo nel corso della vita, oggi è utile che Benedetto ci ricordi che la qualità della vita dipende da quanto guardiamo al suo fine e alla sua fine.
L’antica massima oracolare “memento mori” è lo spunto che ci forniscono altre morti di uomini famosi con cui si è aperto il 2023: fratel Biagio Conte (59 anni), Gina Lollobrigida (95 anni), Gianluca Vialli (58 anni; senza dimenticare, sempre caro al mondo del calcio, Siniša Mihajlović deceduto un mese fa a 53 anni).
“Ut omnes unum sint”
Dal testamento di Benedetto XVI passiamo al testamento di Gesù, la preghiera che nell’ultima cena “profetizza” la “Chiesa del futuro”: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato». Anche qui, come nel testamento di Benedetto e come accade per tutte le cose importanti: una ripetizione. E la storia ha confermato la necessità di una tale importanza: se 2-3 sono gli eventi più storicamente eclatanti in cui la Chiesa ha visto una divisione di sé stessa (noti a tutti, lo scisma d’Oriente che nel 1054 ha portato alla divisione tra la chiesa cattolica e la chiesa ortodossa, la riforma protestante che nel 1517 ha dato vita alla Chiesa luterana, lo scisma anglicano che tra il 1532 e il 1534 ha dato i natali alla chiesa d’Inghilterra) una miriade di eventi hanno attentato alla comunione ecclesiale in questi due millenni di storia, non ultima la vicenda dei lefebvriani. E quante situazioni di non comunione serpeggiano nelle nostre chiese: “Ut omnes unum sint!”.
Ogni anno la settimana che termina il 25 gennaio, memoria della conversione di S. Paolo, l’apostolo delle genti, che unì sotto il segno della croce ebrei e pagani, è dedicata dalle Chiese a questo tema di preghiera.
“Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Is 1,17) è lo slogan per la settimana di preghiera di quest’anno. Si incoraggia ad una meditazione sul tema dell’unità dei cristiani, ad esempio attraverso l’articolo predisposto nei giorni scorsi da don Donato Giordano O.S.B. e partecipando a qualcuno dei tre momenti di preghiera previsti in Diocesi.
“Vi mando agnelli in mezzo ai lupi”
Mentre ci prepariamo alla settimana per l’unità delle Chiese assistiamo agli eventi consumati domenica scorsa nella Chiesa africana: 14 fedeli sono stati uccisi in Congo mentre in Nigeria un gruppo di uomini armati bruciava padre Isaac Achi e veniva ferito padre Collins Omeh e cinque donne rapite mentre si recavano a messa. «Il brutale omicidio di un sacerdote in Nigeria pone di nuovo l’attenzione sul dramma delle persecuzioni dei cristiani – ha scritto ieri su Twitter il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. Martiri del XXI secolo che rendono «l’ennesima testimonianza del prezioso servizio che uomini e donne guidati dal Vangelo rendono alla propria gente», commenta il card. Zuppi.
Ma che fastidio dava padre Isaac e perché è necessario tutto questo?
Caro-energia
L’impennata del costo del carburante ha caratterizzato questo inizio d’anno, ancor più visibile per il taglio delle agevolazioni sulle accise già previsto dal vecchio governo: nel 2022 ogni automobilista (ipotizzando un consumo di 900 litri all’anno) ha speso circa 130€ in più rispetto al precedente anno ad uso carburante – e senza riduzione delle accise saremmo arrivati a 315€ in più. “Se avessimo continuato a tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle PMI”, commenta la Meloni. Ad ogni modo i prezzi oscillano notevolmente tra un distributore e l’altro: i benzinai accusati di sciacallaggio hanno deciso uno sciopero i prossimi 25 e 26 gennaio. L’affissione del prezzo medio nazionale accanto al costo del distributore farà da calmiere. Nel contempo, i lavoratori dipendenti da datori di lavoro privati possono comunque godere di un bonus annuo di 200€ ad uso carburanti e i lavoratori dipendenti con reddito inferiore a 20000€/anno possono fruire di un bonus annuo di 60€ sui trasporti pubblici.
Buon anno!
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La redazione di Logos
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